Giudici, 'capitale' di violenza della curva a servizio Fedez (2)
(ANSA) - MILANO, 10 DIC - I giudici ricordano che Iovino, picchiato il 22 aprile dopo una rissa in una discoteca milanese con Fedez e altri, subì anche "gravi minacce" dal gruppo che lo aggredì, tra cui Rosiello, "attivo protagonista del pestaggio", e pure, stando alle indagini, lo stesso rapper. "Devi chiedere scusa - gli dissero - noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa". Sempre nel provvedimento si legge che Lucci dopo quell'episodio avrebbe "censurato", scrive il collegio Savoia-Ambrosino-Nosenzo, "a posteriori, la relativa affidabilità di Rosiello, che nell'occasione non si era comportato in modo 'freddo'". I giudici mettono l'episodio ai danni di Iovino tra la serie di "condotte illecite di natura violenta" del gruppo della Sud rossonera, capeggiato da Lucci, con una "escalation criminosa davvero allarmante". Il tutto in un "clima generalizzato di omertà, quale dato costante dell'indagine - si legge ancora - in quanto coloro i quali avevano subito atti violenti o intimidazioni, spesso non hanno denunciato o, comunque, hanno reso dichiarazioni ampiamente reticenti per timore di ritorsioni". Lo stesso Iovino non ha mai denunciato. Sempre nell'ordinanza di oltre 50 pagine i giudici mettono nero su bianco che dall'inchiesta sono "emersi elementi indicativi del clima di intimidazione e delle pressioni esercitate" dagli ultras della Sud "nei confronti della società A.C. Milan", a "conferma di una situazione di predominio del 'territorio stadio' da parte del sodalizio", che vanta un "numero significativo di adepti". E si fa riferimento pure alle "gravi condotte di detenzione di armi da parte della tifoseria organizzata milanista in occasione di una trasferta in Toscana", dopo gli arresti del 30 settembre, "a conferma del contesto di particolare allarme sociale". Le indagini, dunque, su altri componenti della presunta associazione per delinquere vanno avanti. I giudici hanno depositato anche le motivazioni delle conferme delle misure cautelari per Mauro Nepi, ultrà interista pure lui finito in carcere, per Riccardo Bonissi, altro ultrà milanista, e per l'imprenditore Gherardo Zaccagni, gestore di alcuni parcheggi fuori dallo stadio Meazza. (ANSA).
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