Mannoia a Nordio, sicurezza sono bracciali funzionanti

(di Chiara Venuto) (ANSA) - ROMA, 26 MAG - "Io auguro al ministro Nordio che non gli succeda mai nella sua famiglia" che una donna sia vittima di violenza, "penso che cambierebbe l'idea se qualcuno a cui vuole bene incontrasse un problema del genere". Fiorella Mannoia non ha peli sulla lingua quando le si chiede delle ultime affermazioni del ministro della Giustizia. L'occasione per ribadire il suo impegno sul fronte femminista è la presentazione del nuovo spot della Fondazione Una nessuna centomila - di cui lei è presidente onoraria - oggi alla Casa del cinema di Roma, dal titolo 'È come sembra'. "La sicurezza alle donne gliela dobbiamo dare con l'educazione - ha aggiunto - con i braccialetti che funzionano, con i finanziamenti dei centri antiviolenza. Ci sono tanti modi per far sentire sicure le donne, non dobbiamo entrare in chiesa per sentirci sicure o dentro le farmacie. Dai, per favore, ormai siamo abituati che tutti aprono la bocca e dicono quello che vogliono". Per quanto riguarda l'appello di Gino Cecchettin contro i testi sessisti delle canzoni, per Mannoia, "sta alla coscienza di ciascuno di noi sentire la responsabilità di quello che si dice. È un terreno un po' scivoloso e pericoloso, bisogna confidare nella coscienza di ognuno. Censurare non lo trovo giusto, non mi piace, non mi è mai piaciuto. Ma bisogna lavorare sulla coscienza soprattutto di questi giovani autori, devono rendersi conto che il loro linguaggio ha un peso, arriva a tutti. Ci abbiamo pensato noi quando eravamo giovani, che ci pensassero pure loro". Ma la cantante ne ha per tutti e si pronuncia pure sulla polemica tra il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ed Elio Germano. "Io penso che il cinema come tutte le forme di arte vada incentivato - ha detto - questa egemonia di sinistra... Se hanno qualcuno da proporre un regista, un cantante, un attore, un direttore, facessero loro ma non che mi sembra che siamo assediati. Stanno al governo, fanno quello che vogliono, tirassero fuori gli artisti e facessero dei film loro". Kefia al collo, Mannoia non dimentica nemmeno di parlare del dramma a Gaza. "Quello che succede è sotto gli occhi di tutti - ha ricordato - a quanto si deve arrivare per dire basta? Non mi interessa che lo chiamino genocidio, pulizia etnica, discutere sui termini mi interessa poco. Mi interessa soltanto vedere che qui c'è un eccidio di civili inermi. Loro la chiamano guerra ma non è una guerra, è un eccidio di civili su una striscia di terra che è la più popolosa al mondo". (ANSA).
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