'Non suicidio ma femminicidio', l'11 giugno decisione del Gup

(ANSA) - BOLOGNA, 14 MAG - Bisognerà attendere l'11 giugno per la conclusione dell'udienza preliminare, davanti al giudice Salvatore Romito, che vede imputato il 53enne Leonardo Magri, accusato dell'omicidio della moglie Daniela Gaiani, trovata morta il 5 settembre 2021 in un letto, nella loro casa di Castello d'Argile. Magri, difeso dall'avvocato Ermanno Corso, è a piede libero e si è sempre dichiarato innocente. Per la Procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio, quello che inizialmente sembrava un suicidio in realtà è stato l'ennesimo femminicidio, aggravato dalla relazione sentimentale e dai futili motivi: Magri avrebbe ammazzato la moglie perché la considerava un ostacolo a vivere una relazione con un'altra donna, più giovane. Questa mattina sono state ammesse le parti civili, nonostante le eccezioni della difesa: si tratta della sorella e del fratello della vittima, assistiti dall'avvocato Daniele Nicolin, e dei genitori, assistiti dall'avvocata Valentina Niccoli. Parte civile sarà anche l'Associazione 'La Caramella Buona onlus', che si occupa di lotta alla pedofilia e del contrasto alla violenza sulle donne, con l'avvocata Barbara Iannuccelli. "Ho svolto alcune eccezioni formali sulla raccolta del materiale probatorio - ha spiegato l'avvocato Corso - e siccome sono questioni complesse il giudice si è preso tempo per verificare il contenuto. Tecnicamente abbiamo iniziato ad affrontare il problema dell'irritualità dell'acquisizione probatoria in merito ad alcune consulenze. Ho presentato una memoria di oltre 20 pagine. Ci sono alcune irregolarità formali sulla mancanza dell'avviso per l'analisi dei cellulari e le consulenze tossicologiche, merceologiche e autoptiche, a cui praticamente non abbiamo partecipato. C'è un vizio genetico in questo processo". "La difesa ha fatto eccezioni sull'acquisizione delle prove e presunti mancati avvisi delle consulenze - ha spiegato l'avvocato Nicolin - non ho letto la consulenza dell'avvocato Corso ma da quello che lui ha detto ritengo siano tutti atti ripetibili e quell'avviso non era da fare. L'11 giugno discuteremo sul rinvio a giudizio, che per me sembra doveroso". (ANSA).
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