Pm Modena insistono, 'nessuna tortura nella rivolta in carcere'

(ANSA) - MODENA, 16 LUG - Per la Procura di Modena nessun reato è stato commesso dal personale della polizia penitenziaria durante la rivolta dell'8 marzo nel carcere di Sant'Anna, all'inizio della pandemia, a seguito della quale morirono nove detenuti. Il procuratore Luca Masini e le pm Lucia De Santis e Francesca Graziano, a quasi un anno di distanza dall'ordinanza con cui la Gip Carolina Clò rigettava una prima richiesta e assegnava sei mesi di tempo per svolgere nuove indagini, sugli esposti dei detenuti che avevano denunciato pestaggi, sono giunti alle medesime conclusioni e hanno nuovamente chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto per tortura e lesioni a carico di una novantina di agenti. Al termine di un provvedimento di quasi 400 pagine, dove per gran parte sono richiamati gli accertamenti che avevano portato alla prima richiesta di archiviazione, con un giudizio, sostanzialmente, di totale inattendibilità dei racconti fatti da chi ha denunciato, la Procura sottolinea come anche dopo le ulteriori indagini, l'analisi sistematica degli elementi acquisiti non consenta di ravvisare reati, non essendo possibile accertare il nesso causale tra le lesioni dei detenuti e specifiche condotte illecite del personale della Penitenziaria. Né è stato possibile ricostruire condotte volutamente finalizzate a infliggere acute sofferenze, traumi o trattamenti inumani o degradanti, nelle complesse fasi di recupero, da parte della polizia penitenziaria, dell'istituto carcerario a quel punto di fatto governato dai detenuti a seguito della sommossa, e di ripristino delle più elementari norme i sicurezza a tutela dei detenuti stessi. Il fascicolo sui morti era stato invece archiviato ma il caso è stato portato davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo che deve pronunciarsi. (ANSA).
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