Rassegna stampa quotidiana America Latina e Centrale (3)

(ANSA) - BUENOS AIRES, 10 DIC - In coincidenza oggi con la Giornata internazionale dei diritti umani dell'Onu, due donne cubane incarcerate dal 2021 e aderenti al collettivo Damas en Blanco, hanno annunciato un digiuno nel carcere dove si trovano, riferisce il portale Martí Noticias, 'per ricordare che il giorno in cui si celebrano i diritti umani nel mondo è un giorno di lutto per Cuba'. Si tratta di Sissi Abascal e Saylí Navarro, due 'detenute politiche' che hanno fatto pervenire al portale un audio in ci si precisa che 'inizieremo alle 8 del mattino la nostra protesta nel carcere femminile La Bellotex di Matanzas, e finiremo alle 3 del pomeriggio'. Nel file vocale si dice anche che 'per i cubani questo non è un giorno di festa, ma l'opportunità di tenere il dito accusatorio puntato contro un regime che umilia, minaccia, maltratta, imprigiona, picchia, uccide impunemente, come è successo recentemente con Manuel de Jesús Guillén, un giovane di appena 30 anni deceduto a seguito di un pestaggio'. 'Per questo - si dice infine - chiediamo: 'Mai più morti impunite'. Da parte sua il portale di notizie Infobae pubblica una denuncia, 'L'opposizione cubana delle Damas de Blanco ha denunciato nuovi arresti da parte della dittatura', sotolineando che 'almeno 11 membri del gruppo di opposizione sono stati arrestati questo fine settimana, tra cui la sua leader, Berta Soler, che ha messo in guardia su un 'aumento della repressione'. Soler è stata caricata su un'auto della polizia e poi, dopo due ore, 'rilasciata vicino alla sede nazionale dell'organizzazione, senza multe né minacce'. A un mese dal 10 gennaio, quando in Venezuela dovrà insediarsi il nuovo presidente per un mandato di sei anni, il leader dell'opposizione, Edmundo González Urrutia, considerato presidente eletto dalla Piattaforma unitaria democratica (Pud) e riconosciuto come tale da numerose nazioni occidentali, è più che determinato a prestare giuramento non in esilio ma a Caracas. In dichiarazioni a El Nacional, González ha spiegato che 'strategicamente non ho voluto rivelare come mi muoverò per raggiungere il mio obiettivo, ma confermo che la nostra intenzione è essere in Venezuela affinché sia ;;rispettata la sovranità popolare e la volontà di milioni di venezuelani che hanno votato per me' nelle elezioni del 28 luglio. 'È un debito che ho - ha concluso - e che voglio far rispettare'. Al riguardo lo storico periodico dell'opposizione TalCual ha consultato vari esperti che offrono uno scenario articolato di quanto potra succedere il 10 gennaio, Per il ricercatore Miguel Ángel Martínez Meucci 'un regime autocratico non abbandona il potere con meccanismi convenzionali o prevedibili: spetta all'opposizione esercitare una pressione coordinata e sostenuta'. La sociologa Nancy Requena è convinta che sarà Maduro a prestare giuramento e l'unico cambiamento sarà una rottura diplomatica internazionale'. L'analista Daniel Varnagy, infine, ritiene che al di là di quanto dispone la Costituzione, il 10 gennaio "non va considerata come una data imprescindibile, visto che la dinamica politica presenta diversi orizzonti'. In Ecuador, infine, il presidente Daniel Noboa ha annunciato che i blackout quotidiani, che rendono dura la vita quotidiana della popolazione, 'termineranno il prossimo 20 dicembre'. Il portale di notizie Primicias riferisce che il capo dello stato ha fornito quattro ragioni per cui la normalità può essere ristabilita: il recupero della capacità installata; l'incorporazione di nuove fonti energetiche nel Paese; l'acquisto di corrente elettrica dalla Colombia, e il miglioramento delle condizioni meteorologiche' con il ritorno di piogge regolari'. El Universo rilancia un commento del capo dello stato in cui si dice che 'il 2024 è stato un anno difficile per tutti. Gli effetti del cambiamento climatico, aggiunti alla negligenza e alla cattiva gestione dei governi passati, hanno provocato una crisi nel settore elettrico che ha colpito profondamente l'Ecuador. I colpevoli di corruzione in questo settore - ha concluso - sono già stati processati e condannati a pene detentive'. (ANSA).

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