Stop donne alla gogna, contro odio social si lavora a manifesto

da settembre eventi pubblici per la messa a punto del documento

(ANSA) - ROMA, 02 LUG - Una campagna di sensibilizzazione sul tema dell'odio verbale contro le donne che culminerà in un manifesto frutto degli incontri pubblici che avranno luogo da settembre: è l'iniziativa messa in campo sotto il titolo 'Donne alla gogna. Stop all'istigazione all'odio social contro giornaliste e politiche' da un'associazione, Giulia Giornaliste, da sempre attiva su questi temi, dalle giornaliste Susi Ronchi e Beatrice Curci e dal linguista Massimo Arcangeli. Grazie a un dossier che sta elaborando Arcangeli, ideatore e promotore dell'iniziativa, "organizzeremo in vari luoghi una serie di eventi, a partire dal mese di settembre, sulla violenza verbale contro le donne alimentata da politici e amministratori locali che danno in pasto sui social tante figure femminili" dicono gli organizzatori che indicano come maggiormente prese di mira attiviste e giornaliste, a partire da Rula Jebreal nonché intellettuali e politiche: fra queste ultime i principali bersagli sono individuati nella segretaria del Pd Elly Schlein, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le parlamentari Ilaria Salis, Liliana Segre, Laura Boldrini. Sotto accusa i post, "spesso accompagnati da scatti, fotogrammi, disegni, il cui fine principale è di aizzare i propri follower contro l'obiettivo polemico di turno. I post di quei soggetti finiscono così per generare commenti raggelanti, palesando le intenzioni di chi li pubblica con la piena consapevolezza dell'effetto prodotto: un odio pauroso che, in un gioco al massacro, finisce per innescare spirali inarrestabili produttrici di altro odio (lampante il caso del professore di Napoli che ha augurato alla figlia della premier di fare la stessa fine della quattordicenne uccisa a sassate dal fidanzato)" spiegano i promotori. "Il fenomeno ha raggiunto livelli impressionanti e - sempre secondo i promotori dell'iniziativa - fra i responsabili di azioni continue e sistematiche di annientamento dell'avversario femminile, vittima di un'inesorabile gogna mediatica, ci sono politici come Matteo Salvini e Roberto Vannacci" dicono segnalando che il leader della Lega nella settima edizione del Barometro dell'odio (2024) prodotto da Amnesty International è autore dei primi 4 dei 5 post su Facebook che hanno prodotto "più incitamento all'odio e alla discriminazione". "La nostra campagna culminerà in un manifesto elaborato col contributo di chi parteciperà agli eventi che programmeremo e di chiunque altro voglia di sostenere la nostra iniziativa con testimonianze, messaggi di supporto, contributi audiovisivi o altro". Nel manifesto il primo punto è già indicato come "NO all'istigazione social contro le donne attuata, oltreché con il body shaming, con i mezzi risaputi di una delegittimazione che, quando non passa per l'offesa manifesta al corpo femminile, raggiunge il suo obiettivo con la replicazione di stereotipi i cui effetti sono di moltiplicarli a dismisura, aumentarne la potenza di fuoco e aggravarne la portata offensiva". (ANSA).

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova