Le coltellate, la fuga e lo schianto mortale: il dramma di Parma come quello di Udine
Il tentato omicidio nella città emiliana per modalità e circostanze ricorda il femminicidio di Samia Kedim. In entrambi i casi sono stati i figli a dare l’allarme

L’aggressione, orribile, poi la fuga , lo schianto in auto, la morte. Nella brutale complessità che caratterizza un gesto disumano come un tentativo di femminicidio, e nell’atto successivo, volontario o meno, quanto accaduto nella mattinata di venerdì 2 maggio a Parma ricorda in modo sinistro il femminicidio di Udine, di giovedì 17 aprile scorso.
Quella volta a finire vittima della violenza maschile fu Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, tunisina, madre di tre figli, venerdì 2 maggio a Parma è toccato a una connazionale, quasi coetanea: Samia era rimasta uccisa durante l’aggressione, mentre la 48enne residente nel Parmense si trova in rianimazione, in bilico tra la vita e la morte.
Le similitudini
L’omicida di Udine Mohamed Naceur Saadi, 59 anni, e Dhahri Abdelhakim, 58 anni, l’uomo che avrebbe tentato di uccidere la moglie a Parma, hanno avuto un modus operandi comuni. In entrambi i casi i carnefici sono i mariti (o ex mariti) delle donne, i padri dei loro figli. In entrambi i casi i due, dopo la violenza, sono fuggiti, trovando la morte in un incidente stradale, in dinamiche che non possono far escludere che si sia trattato di un gesto volontario.
E non è tutto. Ci sono altre similitudini che balzano all’occhio, come le origine tunisine di entrambe le famiglie, il fatto che la tragedia si sia consumata in prossimità dei figli minorenni delle coppie, che – dopo aver assistito (nel caso di Udine solo in modo indiretto) alla scena più innaturale che un bambino possa vivere, il proprio papà che tenta di fare del male alla propria mamma – hanno avuto la straordinaria forza di chiamare i soccorsi.
Ma ci sono convergenze anche per quanto concerne le modalità delle due aggressioni. In via Joppi, nel capoluogo friulano Samia è stata colpita tra il collo e la testa, stessi punti nei quali Abdelhakim avrebbe colpito sua moglie. In tutti e due i casi, il coltello è l’arma con cui i due uomini hanno tentato di strappare alla vita le madri dei loro figli.
Ultimo elemento che ritorna è il gesto estremo con cui Mohamed Naceur Saadi e Dhahri Abdelhakim hanno trovato la morte: uno scontro frontale con un camion, pochi minuti e pochi chilometri dopo l’aggressione.
Le differenze
Ovviamente, come si diceva, ci sono anche delle fisiologiche differenze tra i due episodi: la più rilevante è che, in attesa degli accertamenti del caso a Parma il tentato femminicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite, mentre a Udine Mohamed Saadi, ha ucciso Samia usufruendo di due ore di permesso dagli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura restrittiva a cui era sottoposto proprio in considerazione di precedenti violenze nei confronti della donna e dei figli.
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