Pestano una ragazzina e pubblicano il video sui social: identificate. Sono due quattordicenni

Ennesimo episodio di bullismo al femminile a Padova. La vittima ha 13 anni. La sua famiglia ha sporto denuncia

A.f.
Un fermo immagine del video postato dalle bulle
Un fermo immagine del video postato dalle bulle

Prima le parole grosse, la sberla, il pugno. E quando la ragazzina è a terra, un calcio in pieno volto. Accade a Padova, dove una giovanissima è stata pestata da due coetanee.

Il tutto rigorosamente ripreso dallo smartphone e poi pubblicato sui social. Quando la ragazzina è a terra si sente la voce di una donna, adulta, che chiede se la ferita ha bisogno di aiuto, se vuole rivolgersi alle forze dell'ordine. Lei risponde di no e il video si chiude. E' l'ennesimo caso di bullismo al femminile registrato a Padova.

Le indagini

Le forze dell’ordine non appena hanno appreso dell’episodio di bullismo, finito anche sui social, si sono mobilitate. La Squadra Mobile ha identificato le tre ragazzine, la vittima di 13 anni e le altre due di 14 anni. L’episodio è avvenuto la mattina del 24 gennaio.

I poliziotti la mattina del 25 sono andati nei tre istituti scolastici frequentati dalle ragazze. Nel frattempo la famiglia della vittima ha sporto denuncia ai carabinieri di Padova Principale.

L’episodio è stato segnalato alla Procura per i minorenni.

Il precedente

Lo scorso novembre Daspo Willy a due sedicenni padovane ritenute responsabili dell’aggressione ai danni di una quattordicenne l’11 novembre in via Dietro Duomo a Padova. Lo ha deciso il Questore di Padova, vietando alle due adolescenti l’accesso e lo stazionamento in piazza Duomo e nelle aree e vie limitrofe per un anno.

Un fermo immagine del video dell'aggressione circolato sui social
Un fermo immagine del video dell'aggressione circolato sui social

I provvedimenti, notificati alle minori venerdì 17 novembre dal personale della Divisione Anticrimine della Questura, sono scattati a seguito della dettagliata attività di ricostruzione della dinamica dell’episodio, anche attraverso la visione dei circuiti di videosorveglianza cittadini, da parte della Squadra Mobile. Le due presunte responsabili sono state denunciate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Venezia per le ipotesi provvisorie di minaccia e violenza privata aggravate in concorso.

Secondo quanto è  emerso dal filmato pubblicato nella chat e dal racconto della quattordicenne, quest’ultima è stata fermata mentre transitava in monopattino e fatta scendere dal mezzo. Una delle due “bulle” le avrebbe detto «andiamo a parlare» accompagnandola a ridosso della cattedrale dove cinque gradini consentono di accedere alla cripta.

La quattordicenne – si nota nel filmato – è stata tenuta per le mani dalla sedicenne più piccolina, molto attenta a farsi riprendere dalla telecamera. Quasi subito entra in scena la bulla più grande di statura, molto aggressiva tanto da intimorire la ragazzina che implora: «Non succederà più, te lo giuro». La frase non è stata nemmeno completata che le arriva un ceffone in pieno volto tanto da singhiozzare: «Ok, va bene, scusa... Cosa posso fare per rimediare?...».

La “picchiatrice” ridacchiava regalando un bel sorriso alla telecamera e ribadendo «guarda che è grave...» di fronte alla “platea” che ha filmato e non è intervenuta per interrompere quella violenza. «Devi chiedere scusa» ha intimato la piccoletta, tirando per i capelli e intimando «in ginocchio» alla 14enne ormai in lacrime costretta a umiliarsi. Poi l’ordine: «Vai a casa ora, una parola e ti arrivano un sacco di botte».

Il Daspo Willy

 Il “Daspo Willy” è una misura di prevenzione personale di competenza del Questore, nella sua veste di Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, che rientra nella categoria dei “divieti di accesso alle aree urbane”, la cui disciplina è stata potenziata a dicembre 2020, dopo i tragici fatti che portarono all’omicidio del ventiduenne Willy Monteiro a Colleferro (Roma). La violazione del citato Daspo rappresenta un reato punito con la reclusione da 1 anno a 3 anni e una multa da 10.000 fino a 24.000 euro.

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