Bandiere e muli, Conegliano invasa dalle penne nere: arrivi anche dall’estero
Conegliano invasa dagli Alpini per il Raduno Triveneto: sfilate, cori, arrivi da tutta Italia ed Europa, e una città trasformata in una grande festa. Emozioni e ricordi hanno animato ogni angolo del centro storico

Fin dalle prime luci dell’alba, Conegliano è stata invasa dalle Penne nere, animando strade e piazze con canti, sorrisi e l’inconfondibile spirito Alpino. Un inno alla condivisione, quello che si è vissuto ieri nel centro storico della città del Cima che ha accolto l’atteso Raduno Triveneto degli Alpini con un calore e un entusiasmo contagiosi.

Gli arrivi
La determinazione e l’attaccamento ai valori alpini si sono manifestati in ogni forma. Luca Busnello e Andrea Bordin, partiti alle 4 di ieri mattina da Maser, hanno coperto ben 35 chilometri a piedi per raggiungere Conegliano: «Ci
Non meno originali, Alcibiade Poles e Arnaldo Ongaro sono giunti da Salice in tandem decorato con il tricolore: «Siamo partiti presto, alle 8 di mattina, e abbiamo pedalato per circa un’ora ma facendo due tappe – spiegano – E abbiamo trovato una città bellissima». Da Godega, Diego Netto si è unito ai due amici e ha pedalato con la sua bici dotata di una tanica incorporata: «Ho fatto metà strada, ma sono arrivato fino a Conegliano. Trasporto un po’ di Prosecco, ma non troppo altrimenti mi sbilancia», scherza Diego.

Dall’estero
L’adunata di Conegliano ha varcato i confini nazionali, grazie al gemellaggio con l’Associazione per lo Studio e la Salvaguardia delle Fortificazioni a Nord-Est con sede a Paluzza, che ha portato un gruppo dell’accademia militare dall’Ungheria. Gergo Kristinus, un giovane capomissione, ha espresso grande entusiasmo: «Siamo felici di essere qui, è la prima volta per noi in Italia e a Conegliano. Siamo contenti di contribuire a questa adunata, rinsaldiamo un’amicizia e vi aspettiamo tutti in Ungheria per continuare questo gemellaggio».

L’arrivo delle salmerie
Nel pomeriggio, l’arrivo dei muli del reparto salmeria del Gruppo di Vittorio Veneto ha aggiunto un tocco di tradizione e autenticità, riportando alla mente l’immagine storica degli Alpini e il loro legame con il territorio per la gioia soprattutto dei più piccoli. Doriano Salvador del Gruppo di Longarone celebra l’accoglienza dei coneglianesi: «Frequento la zona da anni e mi sono sempre trovato bene. Abbiamo trovato ospitalità da parte degli Alpini e degli abitanti».
Un sentimento condiviso da Maurizio Sist, arrivato da Prata di Pordenone, che ha trovato «una città stupenda, con molte cose da scoprire dal paesaggio agli edifici. Un piacere essere qua». Dal Trentino, Mirco, Alessandro e Albano non si sono persi l’appuntamento: «Come tutti gli anni, non ci perdiamo un raduno. Abbiamo trovato gente affabile, siamo in compagnia di compaesani e speriamo di divertirci e di fare una grande sfilata stamattina. Questa è anche un’occasione per scoprire una città in cui non siamo mai stati. Dobbiamo ringraziare di tutto Conegliano».
Il coro unanime di un gruppo di persone provenienti da Padova, Brescia e Visnadello ha riassunto perfettamente il senso di appartenenza che li unisce andando oltre la provenienza: «Ogni Alpino chiama Alpino. Adunata vuol dire condivisione» dicono in coro Ezio, Mauro ed Erminio.

La cerimonia
Alle 16.30, piazza 4 Novembre ha ospitato l’inizio della cerimonia ufficiale del Raduno Triveneto. Il momento più toccante è stato l’accensione del tripode, portato dai tedofori provenienti dai quattro siti delle Medaglie d’Oro sezionali. La deposizione della corona d’alloro e la resa degli onori ai Caduti hanno unito tutti i presenti in un sentimento di ricordo e gratitudine.
Al termine, lo sfilamento ha preso il via, dirigendosi verso piazza Cima, trasformata nell’epicentro della festa. Tra la folla festante, Orietta, Valentina e Michela, vestite rispettivamente di verde, bianco e rosso, si sono presentate come le “sorelle bandiera”.
Soddisfazione dei commercianti
La gioia dell’adunata si è tradotta anche nella soddisfazione per gli esercizi pubblici. I bar, in particolare, si sono organizzati per gestire l’enorme afflusso di migliaia di persone. Così Marilena Bolzan del bar San Martino: «Gli Alpini sono eccezionali, non sporcano, non disturbano e sono corretti». Corrado Boscarato, visibilmente soddisfatto, ha commentato l’impegno organizzativo del suo Caffé al Teatro: «L’organizzazione è stata impegnativa, abbiamo previsto l’arrivo di molte persone e ci siamo attrezzati per servire tutti. Già venerdì è stata una giornata intensa con l’arrivo di tante persone, ieri ancora di più, ma le soddisfazioni sono molte».
Emanuela Fabris della Distilleria Da Ponte ha aggiunto: «Gli alpini portano allegria e tanta voglia di lavorare, di cui noi abbiamo ancora molto bisogno». Con l’arrivo della sera, il numero degli Alpini è ulteriormente cresciuto, accompagnato dal suono delle fisarmoniche e dai canti improvvisati tra piazza Cima e la scalinata degli Alpini. Molti si sono lanciati per ballare, trasformando Conegliano in una grande festa a cielo aperto, un tripudio di allegria che ha saputo onorare la tradizione e l’indomito spirito delle Penne nere.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova