A Venezia Brugnaro rischia il ballottaggio exit poll: sale Baretta, sorpresa Gasparinetti

VENEZIA
Il sindaco uscente, Luigi Brugnaro, sostenuto dalla lista omonima, FI, Lega, Fdl e Le città, tra il 49,5 e il 53,5 per cento; lo sfidante del centro sinistra, Pier Paolo Baretta, appoggiato da Pd, Verde progressista e altre liste civiche, al di sopra delle previsioni con una forbice tra il 29,5 e il 33,5 per cento.
Una sorpresa arriva dall’outsider Marco Gasparinetti, che con la lista Terra e Acqua, e solo due mesi e due giorni di campagna elettorale, agguanterebbe tra il 3,5 e il 5,5 per cento dei consensi, piazzandosi al terzo nella corsa a sindaco di Venezia, almeno secondo gli exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, che assegna il quarto posto in classifica – tra il 2, 5 e il 4,5 per cento – alla candidata del M5S, Sara Visman, unica donna in gara.
Nell’attesa della vigilia, Ca’ Farsetti si riempie e si svuota a ondate. Arrivano i fotografi, ma i candidati sono rimasti chi in ufficio, chi a casa, chi ai seggi, un occhio ai sondaggi e l’altro rivolto a oggi, quando saranno aperte le schede dei 128.251 elettori su 205.720 iscritti (pari al 62,34%), di cui 104 ultracentenari e 1.568 per la prima volta, con un aumento di oltre due punti dell’affluenza.
Nel 2015, infatti, aveva infilato la propria scheda nell’urna complessivamente il 59,78% degli elettori del territorio comunale, ma si votò soltanto nella giornata di domenica. Per le elezioni circoscrizionali tra domenica e ieri hanno invece votato in 128.099 su 205.720 (pari al 62, 26%).
Lo spoglio dei voti inizierà oggi alle 9 per concludersi in tarda mattinata, ma già ieri, tra il plebiscito di Zaia e la vittoria del Sì al referendum, le previsioni di Opinio Italia per la Rai sono state seguite dalla prime reazioni.
Se Brugnaro, in odore di scaramanzia, prudentemente non commenta, il suo rivale Baretta dice a caldo: «I primi exitpoll, che sappiamo che vanno presi con cautela, confermano il dato politico che la partita è ancora aperta. Brugnaro, che meno di un mese fa dava a qualche giornale dati che lo vedevano con oltre il 60% delle preferenze, oggi non è sicuro di vincere al primo turno».
«Insieme», dichiara Baretta, citando la parola che ha caratterizzato la sua campagna elettorale, «con una coalizione larga e affiatata, abbiamo fatto un grandissimo lavoro, che ci ha permesso di incidere e incrinare la certezza di vittoria assoluta e dominio che era presente in città. Tanto più a fronte di un voto regionale che vede la Lega di Zaia dominare e che nell’alleanza con Brugnaro ha messo l’ipoteca anche su Venezia. È un segnale importante che apre una stagione nuova per la politica veneziana. Anche se con uno scarto di mezzi e risorse evidente, ricostruendo una coalizione progressista, civica e riformista nella città di Venezia, abbiamo dato una risposta forte e concreta».
Comprensibilmente soddisfatto, pur senza dirlo apertamente, anche Gasparinetti. «Gli exit poll vanno presi con la dovuta cautela e festeggiare sarebbe prematuro. Prendo comunque atto con soddisfazione delle proiezioni che mi vedono al terzo posto fra i nove candidati sindaco, pur avendo annunciato la mia candidatura solo il 16 luglio». Quella forbice che va dal 3,5 al 5,5% lo proietta al terzo posto, superando – sempre secondo il sondaggio – la candidata grillina Visman, che non commenta.
Tace anche il filosofo Stefano Zecchi, già consigliere comunale di Forza Italia e ora alla guida del Partito dei veneti, in attesa del verdetto.
Le ultime ore di voto sono state accompagnate da qualche polemica, come quella sollevata da Gasparinetti dopo la segnalazione di due elettori sull’impiego di matite cancellabili al seggio della Vernier e della Sansovino. «Le testimonianze delle due persone che si sono trovate con matite cancellabili sono indicative che qualcosa non va», dice. «Un altro episodio getta ombre sulle elezioni comunali lagunari».
Qualche ombra anche a Mestre, dove due o tre elettori si sono presentati a un seggio con la maglietta di Brugnaro, accompagnati dai figli in t-shirt fucsia. Poiché si trattava di propaganda, sono stati allontananti. Hanno invece potuto votare i sostenitori di Brugnaro arrivati al seggio con mascherina fucsia e occhiali in tinta infilati nel taschino a formare (non casualmente) la lettera B. —
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