A2a ricambio al vertice Patuano, ex Edizione diventerà presidente
MILANO. A2a perde il vertice storico. Dopo sei anni alla guida del gruppo, controllato al 51% da un patto tra i Comuni di Milano e Brescia, il presidente Giovanni Valotti e l’amministratore delegato Valerio Camerano saranno sostituiti.
La multiutility lombarda ha forti interessi in Veneto, è nel capitale di Ascopiave e sta studiando un'alleanza industriale con Aim (Vicenza) e Agsm (Verona).
A decidere l’avvicenamento sono stati i due sindaci, Beppe Sala ed Emilio Del Bono. I quali avrebbero anche individuato i manager che ne prenderanno il posto. Alla presidenza Marco Patuano, ex numero uno di Telecom Italia e di Edizione, la holding finanziaria della famiglia Benetton e attualmente membro del consiglio di amministrazione del Milan. Per il ruolo di capo azienda, invece, sarebbe stato scelto Renato Mazzoncini, una vita nelle società del settore pubblico. Prima come dirigente di Ansaldo, poi di una serie di società del trasporto pubblico su gomma, fino a diventare nel 2015 amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, nominato dal governo guidato da Matteo Renzi.
Il ribaltone arriva a un passo dalla scadenza per il rinnovo del cda di A2a: scadono venerdì prossimo i termini per la presentazione delle candidature. Secondo gli accordi tra i due comuni, il presidente viene scelto a turno dai due Comuni: per il prossimo triennio tocca a Milano. Mentre per l’ad, il nome deve essere indicato di comune accordo. Sala ha così indicato Patuano. I due si conoscono da tempo: il sindaco di Milano ha lavorato a lungo in Pirelli prima di diventare il city manager di Letizia Moratti, ai tempi della giunta di centrodestra, mentre Patuano era uno dei manager di punta di Telecom proprio nel momento in cui il gruppo di telecomunicazione era controllato da quello degli pneumatici. Mazzoncini ha dalla sua il fatto di essere di Brescia e di aver trattato con il sindaco Sala, ai tempi in cui era alla guida delle Ferrovie, una possibile alleanza tra la società ferroviaria e l’Atm, l’azienda di trasporto pubblico milanese. «Un cambio inatteso — è stato definito dagli analisti di Equita — perché la società ha diversi dossier aperti per aggregazioni di utility in Lombardia e in Veneto ed inoltre l’attuale management ha una profonda conoscenza del settore energetico». —
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