Addio a Manfrotto, signore della fotografia

Bassano, il re dei cavalletti è morto a 80 anni. Partì da un garage, poi spopolò in tutto il mondo
Lino Manfrotto, a destra nella foto
Lino Manfrotto, a destra nella foto

PADOVA. La fotografia perde quello che è stato ribattezzato da molti come il "genio della stabilità", Lino Manfrotto. Domenica mattina è morto nella sua villa di via Motton, all'età di 80 anni, l'imprenditore bassanese, che ha rivoluzionato il mondo della fotografia, legando il suo nome al treppiede per macchine fotografiche.

L'annuncio è stato dato dal figlio Abramo, che a nome anche della madre Elena, delle sorelle Lavinia, Lorenza e Veronica, ha comunicato ai propri dipendenti la scomparsa del padre, che ha ceduto a una «malattia che, per quanto crudele, non è riuscita a togliergli bellezza, amore e dignità».

Dopo aver iniziato come fotografo di cronaca per i giornali locali del vicentino, Manfrotto si accorge subito della necessità di creare accessori per i reporter della fine degli anni 60. Quelli esistenti erano infatti pensanti e ingombranti.

Si chiude nel suo garage è comincia a sperimentare, prima con stativi per sala di posa. Nel 1972 conosce Gilberto Battocchio, un tecnico che lavorava per un'azienda metalmeccanica di Bassano del Grappa.

Il garage divenne un laboratorio di produzione per i due. Fu lì che i primi prototipi di bracci, aste telescopiche e altri stativi Manfrotto vennero fabbricati. Nascono i primi prototipi, poi la produzione si allarga e una grossa commessa dalla Svizzera fa intuire ai due, che la strada intrapresa è quella giusta. Ed "escono" dal garage.

Nel 1974 fu lanciato il primo treppiedi Manfrotto: innovativo, leggero e versatile. Il Superboom, l'Autopole e il Superclamp divennero presto una componente indispensabile in tutti gli studi fotografici nel mondo.

A fine anni Settanta la società Lino Manfrotto+Co si propone nel mercato Usa. Negli anni 80 il gruppo si allarga, oltre i sei stabilimenti a Bassano del Grappa, ne costruisce altri cinque a Feltre.

Il decennio 1980-1990 è fondamentale nella crescita internazionale. Viene fondato il marchio Avenger per venire incontro alle esigenze dei mercati fotografici e cinematografici, appositamente studiato per condizioni atmosferiche estreme. Nel 1989 la decisione di cedere la società veneta al gruppo Vitec, quotato alla Borsa di Londra.

Negli anni recenti, l'incremento della tecnologia digitale ha cambiato il settore foto e video, creando milioni di nuovi amanti della fotografia. Manfrotto ha anticipato questo trend, ampliando la sua base di consumatori: oltre a professionisti e hobbisti, spazio a soluzioni per la nuova popolazione dei "social recorder".

«Se il mondo della fotografia si divide in due famiglie, canonisti e nikonisti, per il treppiede c'è solo Manfrotto», è uno dei commenti su facebook per salutare Lino. Ceduta la sua creatura, nel 1987 con il figlio Abramo fonda Alu, specializzata nell'ideazione e progettazione di sistemi di merchandising per i negozi al dettaglio. Una vita discreta quella di Lino Manfrotto.

Nonostante fosse uno dei protagonisti del mondo della fotografia sono pochissime le sue foto pubbliche.

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