Addio al veneziano Casarin fu braccio destro di Chisso

Fulminato da un infarto nella sua abitazione di Martellago, di cui fu sindaco prima di essere coinvolto nella tangentopoli del Mose

MARTELLAGO

Durante il giorno non aveva risposto al telefono. All’inizio si pensava non avesse sentito gli squilli ma la sera i timori si sono fatti concreti. L’ex sindaco di Martellago, Enzo Casarin, è stato trovato nel suo letto ormai privo di vita. Aveva 64 anni. L’uomo viveva solo in via Delle Motte e sono stati i familiari ad avvertire i vigili del fuoco, giunti sul posto nella tarda serata di sabato. Quando sono riusciti a entrare nell’abitazione, per Casarin non c’erano più speranze e, con ogni probabilità, il decesso era avvenuto diverse ore prima. Al medico legale, il compito di accertare le cause decesso, avvenuto probabilmente per un infarto.

Di estrazione socialista, era stato prima vice sindaco dal 1985 al 1990, quando alla guida della giunta locale c’era Giorgio Biason. Poi governò per quasi due anni, tra il 1990 e il 1991, prima di essere sostituito da Santo Pesce. Casarin rimase in Consiglio comunale sino al 1994, anno della sua ultima esperienza politica locale. Poi fu a capo della segreteria di Renato Chisso, l’ex assessore veneto alla Mobilità.

Il nome di Enzo Casarin è finito nelle cronache giudiziarie dell’epoca per le tangenti a Martellago negli anni Novanta e quelle del Mose. Per la magistratura ordinaria, l’ex funzionario regionale, e sindaco, faceva da tramite per le mazzette provenienti dalle paratoie mobili e, per questo, aveva patteggiato un anno e otto mesi e 115 mila euro.

Negli ultimi anni, Casarin si era dedicato al volontariato e aveva insegnato l’italiano ai ragazzini senza famiglia sbarcati dall’Africa. «Mi spiace per la notizia» lo ricorda Biason «con lui non ho mai avuto problemi. Anzi, lo ricordo come un uomo intelligente e capace». Casarin lascia l’ex moglie e il figlio. Da stabilire ancora la data del funerale, che dovrebbe essere celebrato a Martellago. —

Alessandro Ragazzo

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