Addio Malizia: è morto Salvatore Samperi
Il regista padovano aveva 64 anni, nei suoi film l’erotismo e la satira politica. I funerali venerdì 6 marzo, alle ore 14, a Trevignano Romano, vicino al lago di Bracciano, dove viveva da una decina d'anni

Di famiglia benestante, Samperi abbandonò gli studi all’Università di Padova, aderendo alle lotte del movimento studentesco. Era il 1968, data simbolo della carica contestataria che avrebbe contraddistinto i suoi primi film, a cominciare da «Grazie zia» con Lisa Gastoni e Lou Castel, satira amara e feroce della “società democristiana” in forma di narrazione di un amore morboso impossibile tra zia e nipote. A seguire, «Cuore di mamma» (1969) e «Uccidete il vitello grasso e arrostitelo» (1970), critica corrosiva della famiglia borghese.
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Maoista, ribelle, firmatario di un appello contro il commissario Luigi Calabresi dopo la morte dell’anarchico Valpreda, Salvatore Samperi cambierà progressivamente genere, deluso forse dallo scarso successo raccolto. Così «Un’anguilla da 300 milioni del 1971» mescola horror e comicità, «Beati i ricchi» dell’anno successivo ride a denti stretti nell’interpretazione di Paolo Villaggio. Fino al 1973, a «Malizia» con Laura Antonelli e Turi Ferro, la sua opera più fortunata, ambientata in Sicilia, descrive l’ascesa di una cameriera che, grazie al fascino e ai turbamenti erotici che provoca nei maschi, diventa una signora altolocata. La pellicola, che ottenne un grande successo al botteghino, consacrò Laura Antonelli come sex symbol degli anni Settanta. Un anno dopo, Samperi batté sullo stesso tasto con «Peccato veniale»: ancora la Antonelli concupita da un adolescente e un erotismo più accentuato.
TROVACINEMA
Nel 1976 Samperi coglie un nuovo successo di pubblico con «Sturmtruppen», dove arricchisce le striscie di Bonvi con una comicità anti-militarista. Con «Liquirizia», che racconta la rabbia studentesca pre-sessantottina, il regista padovano torna a ruggire. Ma è una parentesi e gli anni Ottanta segnano il ritorno completo al genere erotico: «Un amore in prima classe», «Casta e pura» (ancora Laura Antonelli protagonista), «Vai alla grande» e «Fotografando Patrizia» interpretata da Monica Guerritore.
Gli anni Novanta segnano il progressivo allontanamento di Samperi dal cinema: dopo l’insuccesso di «Malizia 2000» (con un Antonelli implacabilmente disfatta e prossima al ritiro dalle scene), il film televisivo «Madame» interpretato da Nancy Brilli; infine, «L’onore» e «Il rispetto» (2006), di buon successo.
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