Aedes spina nel fianco della famiglia Amenduni Debito sale a 551 milioni

VICENZA.
La crisi del settore immobiliare non fa sconti, nemmeno ai "cavalieri bianchi". Trascorso un anno e mezzo dalla conclusione del maxi aumento di capitale da 150 milioni che ha portato Acciaierie Valbruna a detenere il 35,3%, il gruppo immobiliare Aedes rappresenta una dolorosa spina nel fianco per la famiglia Amenduni. La sostanziosa iniezione di liquidità assicurata dalla dinastia vicentina dell'acciaio - già secondo azionista, prima dell'aumento di capitale, della quotata milanese - ha salvato il gruppo, ma il piano industriale 2009-2013 stenta a dare i risultati sperati. Anzi. Secondo il socio di minoranza Enrico Maria Antonelli - che attraverso la sua Promozioni Immobiliari Generali (Pr.Im.) detiene poco più del 5% di Aedes - il piano di ristrutturazione ipotizzato dall'a.d. del gruppo immobiliare, Filippo Maria Carbonari, pecca di eccessivo ottimismo. In una nota dei giorni scorsi, il procuratore legale di Antonelli ha ricordato che i risultati consolidati 2010 di Aedes appaiono fallimentari, con un indebitamento cresciuto a 551 milioni, una perdita di gruppo che «prosegue inarrestabile» e la mancanza di cassa per lo sviluppo e la valorizzazione degli asset. Per Pr.Im. si tratta di «una lenta agonia». Tra Antonelli è gli Amenduni - il terzo socio rilevate è la Fininvest di Silvio Berlusconi - è guerra aperta. Oltre all'a.d., la famiglia vicentina ha puntato su una vecchia conoscenza come Giuseppe Grassano (ex direttore generale della Popolare di Vicenza) per portare a dama la difficile ristrutturazione. Il nuovo presidente ha sostituito, giusto un anno fa, un'altra vecchia conoscenza della finanza veneta. E cioè quel Tommaso Cartone che si è trovato alla guida di Antonveneta nell'estate dei "furbetti del quartierino". Nonostante i due innesti, però, i risultati 2010 parlano di ricavi lordi per 55 milioni e una perdita pari. L'indebitamento è salito da 403 a 551 milioni. «In crescita esponenziale e che produce spaventosi tassi di interesse» sottolinea Antonelli. Ed è così che il rafforzamento patrimoniale di 446 milioni effettuato a fine 2009 «non è servito a risolvere e sanare la grave crisi determinata sia dalla recessione del settore sia dalla precedente gestione. Sono passati due anni e mezzo e, nonostante la ristrutturazione dei debiti e il cambio di controllo e di management, la situazione appare allarmante e a rischio di un nuovo collasso». La cassa è vuota, prosegue Antonelli, e il primo azionista «è seduto su una montagna di debiti». Le azioni pre aumento erano state acquistate dagli Amenduni a 4,7 euro. A luglio 2008 il titolo era a 1,27 euro. Oggi Aedes quota 0,18 euro e nell'ultimo anno ha perso il 21,6% del suo valore. (m.mar.)
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