Agente Sissy, il giallo dell’sms «Io, di nuovo presa per il collo»
C’era tensione tra Sissy Trovato Mazza e alcune colleghe agenti di polizia penitenziaria alla Giudecca. La giovane lo aveva raccontato via WhatsApp a un’amica e collega il 25 agosto 2016, poco più di due mesi prima del colpo di pistola che l’aveva raggiunta all’ospedale Civile di Venezia, facendola finire in coma irreversibile fino alla morte, due settimane fa. «Di nuovo mi ha graffiato e messo le mani al collo», scriveva Sissy all’amica parlando di un’altra collega con la quale aveva avuto un litigio. «Mi brucia il collo», aveva aggiungo l’agente originaria di Taurianova, in Calabria, che all’amica aveva anche spedito una fotografia in cui si vedeva il braccio con il graffio. E aveva commentato: «Di nuovo le sue unghie nel braccio». La corrispondenza via WhatsApp è agli atti dell’inchiesta per istigazione al suicidio aperta dalla Procura di Venezia. Un fascicolo senza indagati che la pm Elisabetta Spigarelli voleva chiudere. Ma la famiglia è riuscita ad opporsi, ottenendo dalla gip Barbara Lancieri un supplemento di indagine.
Quale era stato il motivo di quel litigio finito a graffi e mani sul collo? Forse Sissy sapeva qualcosa di scomodo? Oppure c’erano problemi personali tra le due? La chat non lo esplicita. Ma è chiaro come tra le agenti ci fosse tensione. La stessa tensione che Sissy aveva messo nero su bianco in una lettera alla direttrice del carcere della Giudecca mostrata l’altra sera dalla trasmissione “Le Iene”. «La sottoscritta agente Mazza Maria Teresa, in servizio presso questo istituto, informa la s.v. che negli ultimi giorni ho percepito da parte di alcune colleghe diffidenza, astio e strani comportamenti che lasciano adito a dubbi. Di questo vorrei parlare con la s.v. perché la cosa mi mette in difficoltà e non capisco il perché». Lettera, questa, del tutto simile come stile a quella in cui Sissy denunciava «gravi fatti» all’interno della Giudecca. Quel foglio non sarebbe mai stato consegnato alla direttrice del carcere. Sissy aveva fatto diverse segnalazioni in relazione alla droga che entrava alla Giudecca attraverso la lavanderia ed ai festini tra detenute e agenti. La gip Lancieri non ha ritenuto di approfondire lo spunto investigativo dato dalla famiglia in relazione alla chat su WhatsApp in cui Sissy raccontava dei graffi e di essere stata presa al collo. Le nuove indagini, invece, riguardano il cellulare, il pc portatile, la pistola (in particolare il Dna) e il testimone misterioso.
Intanto sul sito change.org è stata aperta una petizione on line diretta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministero della Giustizia Alfonso Bonafede ed al ministro dell’Interno Matteo Salvini per fare luce sul giallo. A ieri sera la sottoscrizione aveva raggiunto oltre 3.330 firme, cinquecento delle quali raccolte nella sola giornata di ieri. —
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