Ambrosini, oggi scatta la sospensione
Il Comitato dei garanti esamina la posizione del direttore della Clinica ostetrica dopo l’inchiesta avviata dalla Procura

La aspetta, non la teme. Antonio Ambrosini sa che è una questione di ore. Oggi la riunione del Comitato dei garanti, che metterà la parola fine al susseguirsi di indiscrezioni che danno per scontato il provvedimento di sospensione nei confronti del direttore della Clinica ostetrica dell’Azienda ospedaliera. Un’azione cautelativa e temporanea, in attesa che l’inchiesta della Procura giunga ad un epilogo.
Un provvedimento che sospenderà solo l’attività ospedaliera. In Università Antonio Ambrosini, professore ordinario nella Facoltà di Medicina e Chirurgia e direttore della Scuola di scienze ginecologiche e della riproduzione umana, non verrà nemmeno sfiorato. Durante la sospensione non potrà operare, ma continuerà a svolgere la professione universitaria. Antonio Ambrosini, secondo le accuse, avrebbe percepito denaro che non gli spettava. Interventi di taglio cesareo che non avrebbe mai praticato.
Attraverso un giro di valzer di firme sarebbe riuscito a farsi intestare alcuni documenti: il «conto» delle pazienti paganti in proprio. La tesi accusatoria è chiara: operava un altro chirurgo, che poi compilava in modo differente referto operatorio e conto da inviare a paziente ed amministrazione. Nel primo nulla da eccepire, il bisturi lo tiene in mano il chirurgo che firma; nel secondo qualcosa non quadra. Ad inchiodare Ambrosini, per gli accusatori, un caso emblematico: il direttore è ad un congresso in Cina, ma nelle carte è in sala parto per un taglio cesareo.
Di fronte alle incongruenze Ambrosini non si scompone. Pacatamente spiega che nel referto operatorio il suo nome non c’è, che si trovava effettivamente in Cina. Aggiunge che il documento per la paziente non è stato compilato da lui. Anzi, le carte non passano nemmeno dal tavolo della direzione. Amareggiato punta il dito contro la Clinica: una «montatura orchestrata a suo danno». Pare che tra le corsie non si respiri aria di pace da anni. Complotti, pugnalate alle spalle. E che questa sia solo l’ultima.
Ambrosini non ha intenzione di subire passivamente. Si è rivolto ad un legale, pronto a difendersi da accuse che reputa infondate. A provvedimento firmato, l’attività assistenziale del direttore subirà una battuta d’arresto. Netta la sensazione che trapela dalle parole di accusati e accusatori: a prescindere dall’esito delle indagini, da questa storia non uscirà alcun vincitore.
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