Ansia, ipocondria e attacchi di panico: arriva la psicologa per gli esercenti chiusi

TREVISO. Bar e ristoranti chiusi, bonus e ristori, cassa integrazione, zone gialle e rosse. Ce n’è abbastanza per diventare ansiogeni, soprattutto se si gestisce un’attività e non si sa più come far quadrare i conti. Ecco che ora arriva lo psicologo per gli esercenti: Confcommercio ha organizzato due sedute - aperte anche ai non addetti ai lavori - con la dottoressa Fabiana Birello, psicologa del lavoro e psicoterapeuta. Il corso è aperto a tutti gli interessati, ha una durata complessiva di 6 ore e si svolgerà in videoconferenza dalle 15 alle 18 nei giorni del 26 gennaio e 2 febbraio 2021 (informazioni dettagliate allo 0422 570742/570782, o via email: segreteriacorsi@ascom.tv.it). «Ho aderito fin da subito alla proposta formativa di Ascom» risponde la dottoressa Birello, «è giusto offrire a quante più persone l’opportunità di accedere a una formazione specifica che possa aiutare a superare la paura, lo stress generato dal Covid, a non sentirsi soli e ad affrontare con maggior serenità il periodo che ci aspetta. Il corso tratterà tutti gli aspetti e le conseguenze psicoemotive del Covid, in modo da aumentare la consapevolezza e la conoscenza e fornirà consigli utili e pratici ai partecipanti».

Sul piano psicologico a cosa stiamo assistendo?
«Le conseguenze psicoemotive del Covid, sia in chi ha contratto la malattia sia in chi non l’ha contratta, sono molteplici: dai disturbi d’ansia generalizzati agli attacchi di panico, con varie somatizzazioni e sfumature. Assistiamo a un incremento di disturbi in ambito gastroenterologico, ma anche a tensioni muscolari dovute a posture errate che richiedono in alcuni casi l’intervento fisioterapico. I sintomi depressivi sono direi quintuplicati, da quelli più generici come noia e apatia dovuti all’isolamento, fino a quelli con sfumature maggiori che richiedono un trattamento farmacologico. In molti casi vediamo anche regressioni di patologie psichiatriche. Sono aumentate le ipocondrie e alcuni disturbi ossessivi – compulsivi per esempio per l’igienizzazione estrema e per il lavaggio continuo delle mani fino al gomito. Di fatto, bisogna rendersi conto che il Covid è un trauma vero e proprio, sia per i pazienti che per i famigliari, e per questo motivo bisogna imparare a riconoscerne i sintomi e le conseguenze, pur diverse da caso a caso, a seconda se si è stati ricoverati o meno».
Sul fronte del lavoro che carico d’ansia aggiunge il coronavirus?
«Sul fronte del lavoro il Covid genera una grande fetta di disturbi e preoccupazioni: cassa integrazione, scadenze finanziarie, debiti, mancanza di liquidità, sono tutte cause importanti di stress da lavoro. Sono situazioni che coinvolgono, in varia misura, sia i lavoratori che gli imprenditori. Il tecnostress, determinato dall’uso eccessivo e prolungato delle tecnologie, è una malattia diagnosticata che sta aumentando».
Lo smart working non “diluisce” il peso del tecnostress?
«Al contrario, chi fa molto smartworking ne risente: si lavora per molte ore al giorno, non sempre nel contesto ideale, anche di più rispetto a prima, senza relazioni e senza pause, ed è facile che aumentino la stanchezza, la rabbia, l’aggressività. Ma non solo: con il Covid ha fatto la sua comparsa anche la net-dipendenza in molti lavoratori, uomini in particolare. Si tratta della dipendenza da internet che in molti casi aumenta e va di pari passo con la dipendenza da gioco, altra grave conseguenza di cui tener conto».
Che percorso è necessario fare per uscirne senza troppi danni?
«Innanzitutto se si è informati l’incertezza si affronta meglio, se poi si riconoscono sintomi e conseguenze della malattia, l’ansia diminuisce. Il corso mira a far conoscere, a rafforzare la fiducia e a non far sentire solo nessuno di fronte a questa pandemia che coinvolge davvero tutti». —
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