«Antonveneta è tornata Trentamila nuovi clienti e quota leader su estero»

NUOVO SVILUPPO Il quartier generale di Banca Anton- veneta a Padova A sinistra il direttore generale dell’istituto Giuseppe Menzi
NUOVO SVILUPPO Il quartier generale di Banca Anton- veneta a Padova A sinistra il direttore generale dell’istituto Giuseppe Menzi
 PADOVA.
«Dopo quasi tre anni di duro lavoro con la rete, possiamo finalmente dire, a voce bassa ma con orgoglio, che ci sentiamo una banca leader del Nordest». Dicembre è un mese importante per Giuseppe Menzi, direttore generale di Banca Antonveneta. Nel 2007, proprio in questi giorni, metteva per la prima volta piede al settimo piano di Piazzetta Turati, aprendo il corso Montepaschi dell'istituto padovano. «Adesso, quando giro sul territorio, non sento più parlare dell'assenza di Antoneventa - traccia un bilancio Menzi -. Oggi siamo riconosciuti, da chi opera a Nordest, come un interlocutore che fa proprie le esigenze della clientela. Questa è la mia più grande soddisfazione, ma è anche quella di chi lavora qui e della capogruppo».  
Menzi, dove va rintracciata la svolta?  
«Buttandoci, fin dall'inizio, sul territorio, forse abbiamo saputo leggerlo prima di altri. Capendo, ad esempio, tempestivamente che la crisi è globale ma che dalle difficoltà escono prima le imprese internazionalizzate. Oggi sembra banale sostenerlo, ma all'inizio della crisi non era così scontato».  
Come si è tradotta questa lettura?  
«In un piano per l'internazionalizzazione che ha fatto esplodere la nostra quota di mercato sul mercantile-estero. A ottobre 2010, sull'anno precedente, registriamo un più 29% della quota di mercato in questo ambito. Avevamo una quota dell'8,80%, oggi siamo all'11,35%. E la nostra quota sportelli e poco superiore al 7 per cento».  
Quanto pesa l'estero sulle vostre commissioni?  
«Fatto cento tutto il commissionig che si fa in banca, il servizio estero rappresenta un 15-20%. Una quota che è destinata a crescere».  
La soddisfazione abbraccia anche i risultati 2010?  
«Contrariamente ad altri competitor, abbiamo un magazzino sufficientemente pulito che ci consente di assorbire alcuni contraccolpi in modo più leggero e, quindi, con minori costi. È stato fatto, inoltre, un buon lavoro per alimentare il numero dei clienti: quest'anno sfioreremo i 30mila nuovi conti correnti. In buona sostanza, i costi sono sotto controllo e i ricavi, come per tutti, sempre più marginali. Siamo, quindi, costretti a lavorare e produrre molto di più».  
Cosa vi attendete dal conto economico?  
«Posso solo dire che non piangerà, siamo sostanzialmente in linea con gli obiettivi che ci eravamo dati. Oggi Antonveneta è una banca sufficiente, ma dobbiamo diventare eccellenti. Vogliamo ancora migliorare e gli spazi per farlo ci sono».  
Quale sarà la priorità per il prossimo anno?  
«Non dobbiamo perdere opportunità, difendendo quello che ci siamo conquistati con le unghie nel corso degli ultimi due esercizi. Questo sperando che, più avanti, il mercato possa offrire qualche spazio di positività in più».  
È arrivato il momento di essere ottimisti?  
«Non in toto. La situazione, soprattutto per quanto riguarda i piccoli operatori, è molto preoccupante. Famiglie e piccoli imprenditori, artigiani e commercianti hanno dei problemi enormi. Queste criticità, dal nostro angolo visuale, si misurano con le insolvenze. Tale situazione ci farà compagnia anche nel 2011, perché la crisi non è affatto superata».  
Che futuro attende questo territorio?  
«Il Nordest, secondo me, non avrà più uno sviluppo marcato come quello vissuto anni fa. Ma non dobbiamo dimenticare che questo è ancora un territorio privilegiato. Sono convinto che il Nordest sarà sempre distintivo, per la cultura d'impresa, per diffusione di aziende e per le esperienze maturate. Il tema diventa quello di saper leggere il mercato nel 2012-2013».  
Tornando alla banca, la riorganizzazione varata dal Monte vi toccherà?  
«Molto poco, perché siamo nati con una filiera corta e quest'anno c'è già stato un processo di ottimizzazione. La rete già sa che, con tutta calma, dovremo accorciare ancora di più la catena e aumentare in efficienza nei confronti della clientela».  
Sul fronte delle risorse, quindi, nessun esubero?  
«No, forse c'è, piuttosto, qualche carenza. Già nel 2010 abbiamo assunto un po' di persone: non è escluso che, nel corso del 2011, ci sia la possibilità di completare la squadra».  
Parlando di territori, in Trentino Alto Adige non avete ancora una presenza significativa...  
«Stiamo lavorando in modo più attento, prossimamente ci saranno novità anche per il Trentino. Per quanto riguarda l'Alto Adige ci sarà uno step successivo».  
Ancora a proposito di presidio del territorio, i 45 sportelli Mps presenti a Nordest non sono un controsenso?  
«Con l'annunciata riorganizzazione di Mps, questi sportelli troveranno un riferimento sempre più stretto ad Antonveneta».

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