Ascopiave nell’idroelettrico «Sei impianti, è il primo passo»

Investiti 24 milioni per comprare le centraline Eva, fra Lombardia e Piemonte Cecconato: «Entro il 2024 il 30-40% del margine con il business rinnovabili»
Luigi Dell’olio

Pieve di Soligo

«È il primo passo di un piano ambizioso. Entro il 2024 vogliamo arrivare al 30-40% di margine operativo lordo legato ai business delle rinnovabili». Nicola Cecconato, presidente e amministratore delegato di Ascopiave, commenta così, a caldo, l’acquisizione di sei impianti idroelettrici appartenenti al gruppo Eva con una potenza nominale pari a 4,6 MW. Le infrastrutture, situate tra Lombardia e Piemonte, operano tutte in regime di incentivazione, con una scadenza media oltre il 2033. L’operazione sarà perfezionata entro fine anno tramite l’acquisto del 100% di una società veicolo del gruppo Eva, che prenderà la denominazione di Asco Renewables, nella quale confluiranno gli impianti. Il valore di questi ultimi ammontano a 24 milioni di euro e per il 2022 dovrebbero generare un margine operativo lordo di 2,4 milioni.

La notizia è stata accolta molto positivamente dal mercato, con i titoli della società di Pieve di Soligo che hanno chiuso la seduta di Piazza Affari in rialzo del 5,14% a quota 3,58 euro, in una giornata assolutamente tranquilla per la Borsa di Milano (+0,02% la chiusura del Ftse Mib). «Continueremo a investire nelle rinnovabili, in particolare nell’idroelettrico e nell’eolico, senza trascurare il core business, che resta la distribuzione del gas. Si tratta di una forma di diversificazione delle attività, in direzione dei settori a maggiore potenziale di sviluppo», racconta al telefono, subito dopo l’annuncio dell’operazione. Nel piano strategico al 2024 c’è anche spazio per l’m&a e in questa direzione va la partecipazione al bando indetto da A2A per rilevare i suoi asset di distribuzione del gas racchiusi sotto il cappello di Unareti. Dopo la scadenza delle offerte, lunedì 15 novembre, nel processo gestito dall’advisor Rothschild erano state ammesse alla fase finale Italgas e la cordata composta da Ascopiave, Iren e Acea, con quest’ultima che è considerata favorita. «Puntiamo a giocare un ruolo da protagonisti nel processo di transizione energetica e in questa direzione va letto anche il nostro interesse per il gas naturale, inserito nella tassonomia green dell’Unione europea», conclude il numero uno dell’azienda trevigiana. —



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