Asma e bronchiti per l’ozono
Allerta in ospedale, in crescita i ricoveri

Colonnina di mercurio alle stelle, livelli di ozono che sfondano i limiti. E poi aria condizionata a go go per difendersi dalla cappa di caldo da girone infernale che da oltre una settimana tiene in pugno la città. Un mix deleterio per quanti soffrono di asma e bronchiti: canicola e ozono hanno fatto sentire i propri effetti anche tra le corsie dell’unità operativa di Pneumologia dell’azienda ospedaliera. Stagione estiva e malanni respiratori sembrano due mondi agli antipodi, ma se le temperature diventano africane e l’aria irrespirabile la situazione cambia. Il reparto diretto da Andrea Vianello sta lavorando a pieno regime: i numeri di visite ambulatoriali e ricoveri sono sovrapponibili a quelli della stagione invernale. Stessa musica in pronto soccorso: gli accessi, nonostante il periodo di ferie, non accennano a calare. Anzi, se si puntano i riflettori sul pianeta anziano, sono persino aumentati. Accanto a sincopi, collassi e scompensi cardiaci sulla scena irrompono i problemi respiratori.
OZONO KILLER.
«L’aumento di accessi al pronto soccorso a causa di attacchi d’asma, bronchite ed enfisema c’è stato - spiega Vianello - ed in Pneumologia si lavora a pieno ritmo: sia le alte temperature che l’aumento della percentuale di ozono nell’aria provocano la riacutizzazione dei problemi respiratori. Il caldo interferisce sui meccanismi della respirazione provocando una maggior reattività dei bronchi e dando origine alle crisi di broncospasmo». L’ozono è un gas reattivo ed irritante: quando la sua concentrazione nell’aria aumenta l’organismo fa del suo meglio per proteggersi. Per impedire al gas di entrare nei polmoni però si riduce anche la quantità di ossigeno assorbito e questo tende a far lavorare di più il cuore. «Per difendersi l’unica soluzione è quella di rimanere in casa nelle ore più calde - sottolinea Vianello - vietati però i condizionatori a temperature polari. Lo sbalzo di temperatura rischia di provocare altrettanti danni. Per impedire lo scatenarsi delle crisi bisogna evitare livelli di temperatura ed umidità estreme. In un senso e nell’altro però». Il direttore dell’unità operativa di Pneumologia invita a deumidificare l’aria ed a mantenere nel contempo una buona idratazione corporea: «Bere è fondamentale per il buon funzionamento del sistema respiratorio».
OCCHIO ALLA PELLE.
Una magra consolazione. Le radiazioni solari sono più forti dove l’atmosfera è più sottile. «Chi resta in città è più protetto rispetto a chi ad esempio si trova in montagna - afferma Riccardo Rossi, responsabile del centro di riferimento regionale per il melanoma cutaneo - ma in questi giorni di forte irraggiamento solare è necessaria maggior cautela nell’esporsi». Vietati i bagni di sole per troppe ore e senza protezione solare.
SEGNALI DI SPERANZA.
Il bollettino dell’Arpav trasmesso ieri agli attori della rete anti caldo lasciava adito ad un barlume di speranza. «La situazione caldo ed ozono secondo i dati forniti dall’agenzia regionale dovrebbe migliorare - spiega Carla Destro, dirigente medico dell’equipe di Luciano Flor, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera - le temperature sembrano in calo e la qualità dell’aria in miglioramento». Carla Destro è il referente ospedaliero per il protocollo contro le alte temperature messo in opera dalla Regione Veneto. Punta a limitare i ricoveri ospedalieri coinvolgendo tutte le maglie della «rete»: Usl, medici di medicina generale, protezione civile e Suem. «Ad oggi non abbiamo registrato particolari problematiche: è indubbio però che gli effetti del caldo africano si facciano sentire, in particolare sulla popolazione anziana. Ma il protocollo è ormai collaudato».
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