Assalto alla Cgil, obbligo di dimora per l’ultrà del Verona Castellini

È destinatario della misura cautelare eseguita dai poliziotti della Digos per la devastazione di Roma

VERONA. Obbligo di dimora per Luca Castellini, ultrà dell’Hellas Verona, dichiaratamente fascista e dirigente di Forza Nuova. È lui, 46 anni, destinatario della misura cautelare eseguita dai poliziotti della Digos per l’assalto alla Cgil di Corso d’Italia avvenuto lo scorso 9 ottobre dopo la manifestazione No-Vax e no Green pass a piazza del Popolo. Le misure cautelari eseguite dalla polizia, su disposizione del gip di Roma, sono state 6 (3 arresti e 3 obblighi di dimora).

Castellini era già indagato insieme ad altre 3 persone, con l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici. L’inchiesta è quella che aveva portato al sequestro preventivo del sito Internet del movimento di estrema destra da parte della polizia postale. Ma la «lotta continua» contro Green pass e vaccini è solo l’ultima sparata di Castellini che, in passato, era balzato agli oneri delle cronache per le frasi contro il calciatore Mario Balotelli che, a suo parere, «non sarà mai italiano».

Non contento, su Twitter incalzava: «Sarò perseguitato e odiato dai controllori ed esecutori della commissione Segre?». Castellini, d’altronde, non aveva mai nascosto le sue simpatie per le dittature. Prova ne sono i cori da ultrà, gli slogan xenofobi e le frasi in ricordo del nazismo. «Siamo una squadra a forma di svastica, che bello se ci allena Rudolf Hess», è il coro cantato dall’ultrà Castellini quando, fino al Daspo che lo obbligherà a stare fino al 2030 fuori dallo stadio, si recava regolarmente al Bentegodi a tifare l’Hellas in curva. Un coro dal quale non ha mai preso le distanze. Intervistato dalla trasmissione “Non è l’Arena”, si era giustificato: «È solo una goliardata, per noi è una cosa divertente. Hitler si è macchiato di atrocità molto meno della democrazia, di Stalin, della Chiesa. Gli ebrei hanno subito un genocidio? Eppure comandano il mondo».

Ma tra democrazia e totalitarismo, Castellini, sceglie il secondo. Tanto è vero che, dal palco di un raduno di tifosi gialloblu proclama: «Chi ci ha regalato questa festa ha un nome e un cognome: Adolf Hitler!». Anche in questo caso il video aveva fatto il giro della rete creando notevole imbarazzo.

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