Assindustria, task force per le nuove nozze E c’è l’ipotesi proroga per Piovesana-Finco

Nominati gli otto membri della commissione per la fusione con Venezia. Il rinnovo di Padova-Treviso potrebbe slittare 
DE POLO . AG.FOTOFILM . TREVISO ASSEMBLEA ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO EX. PAGNOSSIN
DE POLO . AG.FOTOFILM . TREVISO ASSEMBLEA ASSINDUSTRIA VENETOCENTRO EX. PAGNOSSIN

il retroscena

Matteo Marian

PADOVA. Nelle stesse ore del blitz che ha portato all’elezione, all’unanimità, del padovano Enrico Carraro quale presidente di Confindustria Veneto, il consiglio generale di Assindustria Venetocentro è tornato a muovere le sue pedine sulla scacchiera. Le partite in corso, sono almeno due: il rinnovo del proprio vertice (il mandato della staffetta post fusione Finco-Piovesana scade a giugno 2020) e l’aggregazione con Confindustria Venezia-Rovigo guidata da Vincenzo Marinese. L’una è legata all’altra, ed è così che dopo aver nominato una commissione paritetica che avrà il compito di definire struttura, pesi e governance dell’ulteriore fusione, in consiglio si è ragionato sulla possibilità di arrivare a una proroga dell’attuale vertice di Assindustria Venetocentro.

tempi stretti

A dover definire i punti di equilibrio e l’architettura della fusione tra Venetocentro e Area metropolitana Venezia-Rovigo sarà un commissione paritetica composta da due rappresentanti per ogni provincia coinvolta: Enrico Del Sole e Mario Ravagnan per Padova; Alessandro Vardanega e Claudio De Nadai per Treviso; Luca Fabbri e Gigliola Arreghini per Venezia; Paolo Armenio e Mauro Zennaro per Rovigo. A loro è stato affidato il compito di comporre il puzzle di quella che in potenza può diventare, a livello nazionale, la territoriale più pesante dell’aquilotto di viale dell’Astronomia. Si parla, giusto per avere un’idea, di una Confindustria dell’area PaTreVe in grado di esprimere qualcosa come 90 miliardi di Pil e con 25 milioni di ricavi dalle sue società di servizi. Un’operazione non facile che pare schiudere un orizzonte di almeno 12 mesi di lavoro.

incognita rinnovo

Un tempo che, a meno di clamorose accelerazioni, mal si sposa con la scadenza del mandato (giugno 2020) dell’attuale vertice di Assindustria formato dal presidente Maria Cristina Piovesana e dal vicario Massimo Finco. Il successore designato era Enrico Carraro, ma la decisione di Matteo Zoppas di lasciare anzitempo la presidenza del regionale ha scombinato i piani. Aprendo una riflessione interna agli industriali di Padova e Treviso sull’opportunità di andare o meno al rinnovo dei vertici con la prima assemblea post fusione realmente elettiva.

La scelta

Di fatto, secondo quanto emerso fin qui, Assindustria Venetocentro si trova di fronte a un bivio: se la strada della fusione con Venezia non maturerà in tempi molto stretti (entro giugno) potrebbe essere utile mettere ai voti dell’assemblea una proroga degli attuali vertici. Ipotesi che dal punto di vista della compatibilità con lo statuto sarebbe già stata sdoganata. Ma in realtà i tempi sono ancora più stretti. Perché in attesa della prima riunione della commissione paritetica, dove saranno definiti i tempi del percorso di verifica sulla percorribilità della fusione, entro dicembre o al massimo per i primi di gennaio va (nel caso) avviato l’iter per il rinnovo in Venetocentro con la nomina dei saggi. Il prossimo consiglio è fissato nella prima metà di dicembre e per allora un indirizzo sulla strada da prendere potrebbe essere già necessario. —

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