«Autonomia, non ci fermiamo»

Il governatore: «Maroni è stato un ottimo presidente della Lombardia»
VENEZIA. «Maroni? Ripeto che è stato un bravissimo governatore e ha dato ottimi risultati alla Lombardia». Luca Zaia misura le parole dopo l’uscita di scena di Maroni, che non si ricandiderà alla poltrona della Regione Lombardia. «Roberto è stato un grande presidente della Lombardia, dopo di che i motivi per i quali ha chiesto di poter non ricandidarsi non li conosco e la vicenda la sto seguendo anch’io sui giornali», dice il presidente che non teme di prendere un prezioso alleato per la autonomia della regione. Siamo alle battute finali e a fine mese sarà firmata la preintesa politica, che demanda poi al futuro parlamento il compito di definire le risorse da assegnare alle singole regioni.


Ieri sulla vicenda ha preso posizione la Cgia di Mestre, con una nota che va controcorrente. «Invitiamo il presidente Zaia a riflettere bene prima di firmare nelle prossime settimane la preintesa con il governo Gentiloni sulle prime materie trattate in queste settimane e sulle altre che si sono aggiunte in queste ultime ore. A nostro avviso non ci sono ancora le condizioni necessarie, in particolar modo sui criteri di trasferimento delle risorse da Roma verso il Veneto», afferma il segretario della Cgia di Mestre Renato Mason. «Sebbene dai tavoli tecnici sia emerso un clima di grande serenità e disponibilità al confronto» prosegue Mason. «Il governo non ha ancora definito la metodologia con cui erogherà le risorse sulle materie attualmente in discussione. Non vorremmo, nel caso fra qualche giorno si firmasse la preintesa, tra l’altro con un governo in scadenza, che la Regione Veneto si prendesse un impegno politico al buio».


Gli artigiani di Mestre ricordano che sulla questione finanziaria le regioni che hanno iniziato un confronto con il Governo hanno posizioni ben distinte. Se l'Emilia Romagna chiede la definizione puntuale delle risorse che le verranno trasferite, la Lombardia vuole il superamento della spesa storica con l'applicazione della spesa media pro capite, mentre il Veneto ha deciso, con una legge regionale, di chiedere i nove decimi delle tasse. Principi molto diversi fra loro, sostiene la Cgia, sui quali i tecnici del governo non hanno deciso ancora nulla, anche se non è detto che si debba individuare un unico standard. Anzi, per gli artigiani guidati da Mason potrebbe essere auspicabile disegnare modelli di autonomia regionale con caratteristiche diverse per esaltare le specificità dei territori e, quindi, consentire a questi ultimi di attivare modelli di sviluppo innovativi in grado di superare l'eccessivo appiattimento della politica di bilancio statale sui territori. Ipotesi, queste appena enunciate, che, comunque, in questi primi incontri romani sono state solo abbozzate e per la loro definizione richiedono tempi di approfondimento medio-lunghi.


Come risponde Zaia? «Ho la massima stima della Cgia ed è evidente che se il governo pensa di assegnare le risorse sulla base della spesa storica, il mio non sarà irremovibile», dice Zaia. che poi aggiunge: «Stiamo lavorando positivamente con il sottosegretario Bressa anche sul fronte delle risorse. Firmare accordi secondo i quali viene riconosciuta al Veneto la spesa storica vuol dire che qualche altra regione si ingrasserà ancora di più e noi» ha aggiunto il governatore. «Non faremo assolutamente questo errore. Come segnala la Cgia il rischio c'è ma noi stiamo lavorando su questo fronte».


Zaia tira il freno?


Affatto. «Da parte mia esiste la massima disponibilità a firmare l’intesa quadro che fornirà tutti gli elementi per passare dalla parole ai fatti, come la compartecipazione ai tributi e alle entrare erariali. La nostra legge è molto precisa sotto questo profilo».


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