Bacino di Trissino, lavori al 40%

Il punto sul piano della Regione. «Mancano ancora due miliardi»

TRISSINO. «Intervenire in questo campo, dopo decenni di immobilità, è un fatto di civiltà». Lo ha affermato il presidente della Regione Luca Zaia, effettuando ieri un sopralluogo al cantiere dei lavori per la realizzazione del bacino di monte per la laminazione delle piene del fiume Agno-Guà attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano, in provincia di Vicenza. I lavori sono stati consegnati il 22 aprile del 2015 e sono arrivati al 40% di avanzamento. Si tratta di una delle maggiori opere cantierate dalla Regione per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio veneto, con un investimento di 23 milioni di euro. Il bacino viene realizzato su una superficie di 54 ettari ed ha un volume massimo invasabile di circa 2,6 milioni di metri cubi d’acqua, di cui 2,01 milioni di metri cubi nella cassa di derivazione e 0,53 milioni nella cassa in linea.

Zaia ha ricordato l’entità dell’alluvione del 2010, in occasione della quale furono registrate 32 rotture arginali, e l’impegno profuso dalla Regione con l’elaborazione di un vero “piano Marshall” per la sicurezza idraulica da quasi tre miliardi euro. «Tutto quello che si poteva fare lo stiamo facendo e anche di più – ha detto il presidente – nonostante tutto quello che richiede la burocrazia. Mancano comunque all’appello due miliardi. Ed è una sfida che stiamo affrontando senza imporre tasse regionali ai veneti». Tra le opere da realizzare Zaia ha citato il bacino di laminazione di Colombaretta in comune di Montecchia di Crosara, quello sul Livenza a Pra dei Gai e il bacino di Muson dei Sassi.

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