Bandiera del Veneto ai nuovi nati, c’è il primo sì in Regione: la sinistra protesta
La Lega sventola il Leone di San Marco. L’operazione (affidata ai sindaci) costerà 200 mila euro. Contrari dem, Leu e Ic

Spada - LaPresse.24 03 2015 Verona ( Italia ).Politica.Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini in visita ai padiglioni di Vinitaly 2015.nella foto : matteo salvini con luca zaia..
VENEZIA. Il Leone alato bordato di porpora domina i pensieri leghisti. Dopo la legge bis che prescrive l’esposizione della bandiera di San Marco in ogni edificio pubblico (il governatore Luca Zaia l’ha riproposta a dispetto della bocciatura rimediata nel 2018 in Corte di Cassazione) arriva il primo sì alla consegna del gonfalone e dello stemma del Veneto ai nuovi nati in territorio regionale.
il voto in commissione
In mattinata, la proposta legislativa che ha quale primo firmatario il veneziano Gabriele Michieletto è stata approvata a maggioranza (grazie ai voti del Carroccio, del centrodestra e dell’indipendente Franco Ferrari) dalla prima commissione di Palazzo Ferro-Fini e presto approderà in aula per il via libera definitivo; prevede che i costi dell’operazione – valutati in 200 mila euro – siano a carico della Regione e sollecita «la collaborazione dei sindaci nella consegna fisica del vessillo».
Azzalin: «È propaganda»
Vivaci e pungenti le reazioni dell’opposizione. «Siamo all’apoteosi delle leggi-bandiera», commenta il dem Graziano Azzalin, che sarà relatore di minoranza in consiglio «ma le famiglie venete hanno bisogno di servizi e di incentivi concreti alla natalità, non di vessilli identitari. Bella sensibilità quella dell’amministrazione Zaia: chiedete asili? Vi diamo bandiere. Davvero propaganda di bassa lega, quasi offensiva. Non era meglio un kit con pannolini e omogenizzati o un sostegno economico? Nessuno misconosce ciò che rappresenta il simbolo con il Leone di San Marco ma utilizzarlo in questi termini fa solo ridere. Oltretutto, la diffusione coinciderà con il 25 marzo, Festa del popolo veneto, quindi cadrà piena campagna elettorale: una scelta che si commenta da sola».
I 5 stelle si dissociano
A rincarare la dose provvedono Piero Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Italia in Comune): «Qui a Venezia si stanno ancora svuotando i piani terra dal mobilio distrutto dall’Acqua Granda della settimana scorsa, lungo le calli che percorriamo per raggiungere il Ferro-Fini si vedono mucchi di spazzatura che attendono di essere rimossi e tutto quello che la maggioranza sa fare di fronte a questo disastro è obbligare i comuni, Venezia compresa, a consegnare le bandiere ai neonati. È un tempismo oltraggioso e irridente, la Lega ha fatto del simbolo del Veneto una bandiera di partito, strumentalizzandolo. Ai leghisti confusi e al Doge Zaia chiediamo: ma Salvini vi ha avvisato che siete diventati sovranisti?». Assente al momento della votazione, il M5S manifesta tuttavia la sua contrarietà: «Un’iniziativa inutile, meglio spendere quei soldi in scorte di pannolini», il giudizio di Erika Baldin.
«Argomenti meschini»
«Polemiche meschine», ribatte Michieletto «la sinistra si vergogna di vivere in Veneto condannandosi così all’irrilevanza. La bandiera della Lega non c’entra nulla, parliamo del simbolo istituzionale del Veneto. Le emergenze ambientali? Sono gravissime e le affrontereramo, richiederanno miliardi, non certo la somma modesta che abbiamo stanziato per dare il benvenuto ai nostri neonati».
E c’è chi va oltre la stoffa. È il caso del consigliere padovano Luciano Sandonà (Lista Zaia), di ritorno dal Sudeste brasiliano; la terra del “talian” parlato dai discendenti dei migranti nostrani sta inaugurando ben 25 leoni di marmo in altrettante città: «Il senso d’appartenenza e di orgoglio veneto che si avverte in queste comunità», dichiara «mi ha colpito e commosso».
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