Bellotti, contestato rientro nel Pdl
Il deputato rodigino, ex fedelissimo di Fini, deve fare i conti con la base

Luca Bellotti, deputato rodigino
VENEZIA.
Sembra che i veneti iscritti ad un partito di massa come il Pdl abbiano perso la favella: non c'è uno che parli della vicenda Berlusconi, meno ancora dell'andarivieni nel partito di Fini. Eppure sono cose mai viste, roba da elettroshock, con parlamentari veneti in prima fila, sia nel caso Berlusconi che in quello non meno drammatico di Fini: cosa pensano i loro elettori?
Li chiamano, telefonano, fanno arrivare incoraggiamenti, critiche, hanno restituito la tessera, preparano "girotondi di destra" attorno ai tribunali, organizzano pullman per andare a comprare la tisana bunga-bunga messa in vendita da Dario Bond, unico "atto politico" della dirigenza del Pdl di cui si abbia notizia? Qui nulla si sa, ma tutto sembra possibile. Per esempio, per stare a Futuro e Libertà, chi secondo voi ha pronunciato la seguente frase: «Prenditi la responsabilità, Granfranco Fini, fai come Mosè e portaci fuori dalle acque, fuori da un centrodestra sotto padrone»? Se entrate nel sito ufficiale del Fli potete ascoltare anche il sonoro. La voce che all'assemblea costituente del Fli a Milano, 11-12 febbraio, scandisce con piglio sicuro questa specie di giuramento biblico, è quella di Luca Bellotti, deputato di Rovigo. Da sempre considerato finiano di ferro. O almeno di fil di ferro. O forse solo di fil, perché dieci giorni dopo questo "giuramento" è rientrato nel Pdl. Solo Luca Barbareschi ha fatto meglio: leggendo il manifesto costitutivo del Fli in Umbria si era commosso fino alla lacrima sul viso. Neanche Bobby Solo a Sanremo. Ma almeno Barbareschi è un attore. In ogni caso è stato eletto in Sardegna e non nel Veneto. Oddìo, a ben guardare anche Maurizio Saia, senatore padovano del Fli, ha preceduto Luca Bellotti nel ritorno all'ovile, almeno di 24 ore. Ma all'assemblea costituente di Milano Saia ha avuto il buon gusto di tenere la bocca chiusa. Forse se la sentiva. A meno che non abbia parlato dicendo cose del tutto trascurabili (per i realizzatori del sito, sia ben chiaro). Ora, non vorremmo esagerare, ma gira voce che per Luca Bellotti il popolo del Pdl veneto, o almeno polesano, abbia deciso di rompere il silenzio. Il tam-tam in internet porta la notizia che un gruppo di iscritti bellicosi pretende che Bellotti, visto che ha scelto di uscire dal Pdl, resti fuori. Bollato dall'infamia del tradimento, come si usava ai tempi del Msi. La cosa dev'essere giunta anche all'orecchio di Bellotti, perché non si scompone: «Sappiamo come vanno queste cose in internet: è un attimo aprire un sito. Domani mattina faccio lo stesso e lo carico di 1000 firme a sost egno del sottoscritto. Ha senso? Sono convinto che non siano più di quattro o cinque persone, i soliti seminatori di zizzania che ce l'avevano con me alle elezioni regionali perché non sostenevo il candidato che piaceva a loro». Il candidato sostenuto da Bellotti era Renzo Marangon, battuto da Isi Coppola. Una guerra tra ex aennini, vinta dalla Isi, nonostante il ricorso giudiziario di Marangon per sforamento del tetto delle spese elettorali. La sentenza non ha ritenuto provata la circostanza. «So che c'è questo sito - dice la Isi - mi pare si chiami "i pirati del Polesine" o qualcosa del genere». Magari "i fratelli della costa"? «Bah, sono dissacranti ma simpatici. Io non sono meravigliata da questo rientro nel Pdl di Bellotti». Ah, come mai? «Lo conosco da vent'anni». Lapidaria. Invece Bellotti spiega che si è trattato di una valutazione politica: «Stavo con Fini per fare la terza gamba della maggioranza, poi il Nuovo Polo, poi il Terzo Polo, poi è prevalsa la linea Bocchino e l'asse meridionalista di Briguglio e Granata. Contro Berlusconi a prescindere, a 360 gradi. Mi pareva di essere in Rifondazione Comunista. Eh no, io sono stato votato da elettori di centrodestra». Tutto in dieci giorni: crisi di coscienza e pentimento? «Capisco le perplessità, ma quello che mi è capitato negli ultimi 6 mesi non mi era capitato in tutta la vita». Dunque una scelta dolorosa? «Mi urla lo stomaco. Molto. L'ho detto anche a Berlusconi: a Fini vanno riconosciuti meriti storici, è una persona straordinariamente capace. Mi porto dentro il dolore di averlo lasciato». Caro Bellotti provi con il Malox: per il mal di stomaco funziona, magari guarisce anche le crisi di coscienza.
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