Bendinelli assessore al sociale per sei mesi

VENEZIA. Davide Bendinelli, 40 anni tra poche settimane, veronese di Garda, è il nuovo assessore regionale alle Politiche sociali. Prende il posto di Remo Sernagiotto, eletto europarlamentare lo scorso giugno nelle file di Forza Italia. E da Forza Italia arriva anche il nuovo assessore, il terzo veronese nella giunta Zaia (dopo Coletto e Giorgetti). Sarcastico il commento del Pd Claudio Sinigaglia: «Nomina fuori tempo massimo, Zaia ha distrutto il sociale».
Il decreto di nomina è stato firmato ieri mattina dal governare Luca Zaia. Per due volte assessore provinciale a Verona (1999-2009), per due mandati sindaco di Garda (2001-2011), Bendinelli è stato eletto nel 2010 in Regione con una montagna di voti: oltre 24 mila. «È vero, all’epoca mi aspettavo un riconoscimento in giunta ma le cose sono andate così. Nel frattempo ho fatto esperienza in Regione da presidente della commissione agricoltura».
Farà l’assessore per meno di sei mesi.
«Sei mesi possono essere pochi ma possono anche essere molti: io vorrei portare a conclusione alcuni progetti ed allacciare alcuni fili».
Sernagiotto ha lasciato, oltre alla carica, molte ferite.
«Ecco, io vorrei ripartire da qui e ristabilire un dialogo con le associazioni del mondo del sociale che forse negli ultimi tempi si sono sentite poco considerate. Voglio soprattutto trasmettere l’idea che ora un punto di riferimento esiste ed è aperto all’ascolto».
In giunta troverà il suo antagonista veronese, Massimo Giorgetti. L’ha chiamata per complimentarsi?
«No, non mi ha chiamato e in questo dimostra coerenza. Ho grande rispetto per lui, perché portatore di una grande esperienza, ma certo in passato ci siamo scontrati. Siamo diversi, per formazione culturale e provenienza politica. Ma riconosco a lui competenza e capacità».
Tra i messaggi quale le ha fatto particolarmente piacere?
«La telefonata di Isi Coppola».
Lei è sempre stato considerato molto vicino a Giancarlo Galan. Cosa pensa ora?
«Non rinnego né l’amicizia né l’appartenza allo stesso partito. Per molto tempo non mi ha rivolto la parola, devo a lui la regia che non mi portò in giunta nel 2010».
Ma lei è stato anche figlioccio politico di Brancher.
«Non lo sento da almeno tre anni».
La corsa per le Regionale si preannuncia in salita per il centrodestra?
«Non c’è niente di scontato. Ringrazio il presidente Zaia che ha voluto darmi la fiducia.C redo che con lui dovremo riunire tutto il centrodestra, compreso il Ncd. Solo uniti si può vincere».
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