Benini, dall’incarico all’Usl 6 fino al timone dello Iov-Ircs

venezia
Patrizia Benini, 61 anni, ha una grande dote: l’umiltà e la tenacia nel lavoro, con ritmi instancabili. E fin dalle prime considerazioni ringrazia i genitori che l’hanno fatta studiare, anche lei arriva da una famiglia umile di Arco, nel Trentino, e si è laureata al Sacro Cuore di Roma per poi ottenere subito il master in sanità pubblica a Padova. Lascia l’incarico di direttore sanitario della Usl 6 per assumere la guida dello Iov-Ircs che dopo il trasferimento di alcuni reparti a Castelfranco è una struttura regionale, con 20 mila malati oncologici che attendono di essere vaccinati per uscire dall’incubo del Covid. «Questa nomina è un grande onore, che corona una carriera ospedaliera per tornare a un’attività di carattere scientifico collegata con il territorio. La collaborazione con il dottor Benazzi che guida Treviso è collaudata da una lunga esperienza e si intensificherà con i progetti che avvieremo nell’ospedale di Castelfranco. Certo, vanno create le sinergie per raggiungere nuovi traguardi nella ricerca e nell’assistenza in tutto il Veneto» spiega Patrizia Benini. Che impatto può aver avuto il Covid sulle patologie oncologiche e quando si potranno tirare le somme? «Tutte le Usl della regione sono sempre riuscite a dare risposte ai casi di urgenza che richiedevano interventi immediati. Certo, la chiusura degli ambulatori e la paura di andare nei pronto soccorso può aver creato un rallentamento dello screening. Ma le chirurgie e i servizi oncologici sono sempre rimasti aperti anche durante la pandemia». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova