La vacanza diventa tragedia, Elena muore a 4 anni

La piccola si trovava con la mamma ad Amman in Giordania. Il papà: «È stato tutto improvviso e ora oltre al dolore dobbiamo affrontare la burocrazia e le spese per il rimpatrio»

Alice Ferretti
La piccola Elena, mancata ad Amman, in Giordania, a 4 anni e mezzo
La piccola Elena, mancata ad Amman, in Giordania, a 4 anni e mezzo

Doveva essere una vacanza. Una pausa, un respiro, un momento di leggerezza per mamma Haila e la piccola Elena, di appena 4 anni e mezzo, lontane dalla quotidianità dura e faticosa segnata da una rara malattia che le aveva già messe alla prova in Italia.

Invece, quella fuga temporanea si è trasformata in un dramma irreversibile. Elena è morta ad Amman, in Giordania, lontano da casa e da tutto ciò che le era familiare.

Il 2 maggio Haila, siriana d’origine, era partita per la Giordania con la figlia per incontrare un’amica d’infanzia che non vedeva da anni. Elena, nonostante la sua condizione, era stabile: fino ad allora era stata seguita con cura dall’Hospice pediatrico di Padova e pochi giorni prima aveva persino passato un sereno weekend al mare. Nulla faceva presagire l’imminente tragedia.

«Elena era affetta da una malattia rara che la portava ad avere crisi epilettiche, ma con i farmaci si tenevano sotto controllo», dice il papà, Amgiad Sbahi, conosciuto da tutti come Biagio, un tecnico di soccorso che lavora tra le ambulanze e le barche a Venezia.

«Elena aveva un ritardo neurologico, non camminava e non parlava ma si faceva capire. Era attiva, giocava, nonostante tutto riusciva ad avere una vita abbastanza normale. Una volta all’anno la portavamo a fare le visite di routine all’Hospice, per il resto andava all’asilo, stava bene».

In Giordania l’improvviso peggioramento. Biagio viene chiamato d’urgenza da Haila: Elena non sta bene. Parte subito. La bambina viene visitata in ospedale, sembra un’otite, ma poi le condizioni precipitano. Nel trasporto da un ospedale all’altro ha un arresto cardiaco. Viene rianimata ma i danni al cervello sono irreversibili. Elena viene ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Al Khalidi dove poi purtroppo muore.

Ora oltre all’immane dolore per la perdita della piccola, per la famiglia inizia un calvario fatto di burocrazia e spese.

«Il sindaco di Vigonza, che ringrazio, ha contattato la Prefettura, che ha coinvolto il Ministero degli affari esteri», spiega il papà. «Alla fine il console è venuto di persona in ospedale. Mi stanno aiutando dal punto di vista burocratico, ma il rimpatrio di una salma è una procedura lunga e costosa. Da quanto ho capito, Elena arriverà a Linate e poi verrà portata a Padova con un carro funebre».

 

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