Bisato: «Il Pd pronto a valutare l’autorevole profilo di Baban»

Il segretario regionale dem: «Basta con le bugie di Zaia sulla Pedemontana Gli aumenti dei pedaggi chiesti da Serato, presidente di Cav in quota Lega»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ZINGARETTI E VARIATI
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padova. C’è fermento nel centrosinistra che si prepara alla scelta del candidato con cui sfidare Luca Zaia alle regionali 2020. Alessandro Bisato, segretario regionale Pd, conferma di valutare con interesse il nome di Alberto Baban arruolato da Carlo Calenda come uno dei big veneti di Azione.

«Si tratta di una bella ipotesi, l’autorevole profilo dell’imprenditore sarà valutato alla pari di altre candidature che si stanno profilando, ammesso che il nome venga ufficializzato» dice Bisato, ieri alle prese con il falò della Befana a Noventa, paese di cui è sindaco. C’è un solo rammarico: qualche settimana fa, nell’incontro tra Pd e Azione, il partito di Calenda non ha avanzato alcuna richiesta. Ma la partita è appena iniziata, anzi, siamo al riscaldamento prima del match.

La strada è ancora lunga e sul tappeto resta la figura di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova che i tre sindaci civici Giordani, Massaro e Gaffeo hanno “promosso” in regione come “portavoce” delle istanze di Padova, Belluno e Rovigo che non accettano il neocentralismo di Zaia. Lorenzoni è in vacanza e tra qualche giorno scioglierà la sua riserva, attorno alla sua figura sta maturando l’adesione di altri comitati civici, la galassia dei movimenti ambientalisti guidata da Michele Boato che ha elaborato il programma all’Oic.

E il M5s che strada intende prendere? La corsa solitaria sarà decisa dopo il voto in Emilia Romagna, un test fondamentale per capire se conviene presentare un presidente grillino o se non sia più utile convergere magari sul civico Lorenzoni, svincolato dal Pd.

Alessandro Bisato mette un po’ di petardi nel falò della Befana e se la prende con Luca Zaia. «Merita l’oscar della comunicazione, spaccia per regalo ai veneti la Pedemontana realizzata con 17 anni di ritardo e con un debito che si spalmerà in 39 anni. Ancora più grande è la frottola dei pedaggi di Cav: gli utili finiscono nelle casse della Regione e i meriti sono ovviamente tutti di Zaia, mentre è colpa dei cattivi del Pd di Roma se aumentano le tariffe. Basta con le bugie: Cav è controllata al 50% da Anas e al 50% dalla Regione che ha nominato presidente Luisa Serato. Che è una dirigente della Lega Nord, alla guida del Cda che ha chiesto l’aumento dei pedaggi: la richiesta è partita da Venezia e non siamo stati certamente noi a chiedere la stangata. Le colpe sono tutte del ministero dei Trasporti.... Sa cosa dico in dialetto: Caro Zaia no sta strucarme la siola nei oci e pretendere che rida. E mi viene da piangere anche quando dice in tv che la Pedemontana è un grande regalo ai veneti: intanto la deve finire, che di tempo se n’è perso anche troppo. Poi da project è diventato un contratto di somministrazione, con il rischio d’impresa trasferito sulla Regione Veneto che incasserà i pedaggi. Nessuno sa dire se ce la faremo a ripagare il colossale debito. Non vorrei che fosse un altro buco nell’acqua come il Mose».—

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