Borsiste con i tacchi, sospeso il pm Nalin

PADOVA. Sospeso dalle funzioni. E sospeso dallo stipendio in attesa che si concluda il procedimento disciplinare avviato a suo carico. Toga appesa al chiodo a tempo indeterminato per il sostituto procuratore della Repubblica di Rovigo, il padovano 38enne Davide Nalin, finito nella bufera per la sua collaborazione con il consigliere di Stato Francesco Bellomo, fondatore e anima della discussa Scuola di formazione giuridica "Diritto e scienza" per aspiranti magistrati e magistrate, obbligate a sexy dress code, un codice d’abbigliamento che prevedeva minigonne, tacco 12 e trucco marcato a effetto naturale.
Il provvedimento cautelare è stato deciso ieri, a tempo di record, dalla Sezione disciplinare del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) guidata da due “laici”, il vicepresidente Giovanni Legnini affiancato dal supplente Antonio Leone. E, nel primo pomeriggio, è stato notificato al diretto interessato che, nel corso di un’audizione svoltasi venerdì, aveva respinto con forza ogni accusa sostenuto dalla difesa dell’ex magistrato in pensione, Franco Marozzo Della Rocca.
Ma Nalin non ha convinto. Da qui l’applicazione della misura per evitare che possa reiterare condotte «gravemente scorrette» e «incompatibili» con le funzioni giudiziarie, come richiesto dal Procuratore generale (Pg) della Cassazione, Pasquale Ciccolo, nella veste di pubblica accusa. Pg che ha parlato di una vicenda di «tale degrado» da ledere non solo la personale credibilità" del pm, ma quella dell'«intera giurisdizione». La misura è destinata a durare finché sarà in corso l’azione disciplinare. Nalin è accusato di aver fatto da «mediatore» tra Bellomo e alcune borsiste per procurare al collega «indebiti vantaggi», anche di «carattere sessuale» si legge nel capo d’incolpazione. In particolare avrebbe cercato di dirimere i dissidi fra il consigliere e alcune allieve, indotte a uno stato di prostrazione psicologica e convinte a raccontare anche particolari intimi della propria vita. Nell'ordinanza della Sezione disciplinare del Csm, il pm Nalin viene definito un «alter ego» di Bellomo con un ruolo essenziale per il perseguimento degli obiettivi della Scuola e con una posizione da «mediatore» tra quest’ultimo e le corsiste. La sospensione è scattata anche per la violazione della circolare del Csm in vigore dal 2015 che vieta ai magistrati incarichi extragiudiziari. Ma il provvedimento fa menzione pure dell’utilizzo di un fake account su Facebook per il monitoraggio delle abitudini delle corsiste della Scuola in vista della preparazione al concorso in magistratura.
«Non affatto vero che mi sia prodigato per indurre ragazze ad assecondare richieste illecite del consigliere Bellomo: non ho mai fatto nulla di tutto ciò. E nulla che potesse essere letto come costrizione, men che meno facendo leva sulla mia figura istituzionale» ha spiegato il pm sospeso con una nota alle agenzie. «È un provvedimento che fatico a comprendere, che inevitabilmente impugnerò, continuando ad avere fiducia nella magistratura, alla quale ho dedicato la mia vita».
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