Bossi: «Digitale e territorio saranno i driver di Cherry Bank»

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«L’obiettivo è porci come problem solver per clienti, cioè imprese, imprenditori e famiglie». Giovanni Bossi, ceo di Cherry Bank, sintetizza così l’obiettivo della società nata ufficialmente ieri, a completamento del processo di integrazione tra Banco delle Tre Venezie e Cherry106. L’assemblea degli azionisti dell’istituto di credito ha approvato in seduta straordinaria alcune modifiche dello statuto, tra cui la variazione della denominazione sociale. «Avremo una doppia anima: una legata al territorio, mutuata dal Banco delle Tre Venezie, mostrando prossimità alle esigenze della clientela in una stagione in cui molti istituti si sono allontanati», sottolinea Bossi. «Il secondo ramo consisterà nella capacità di offrire servizi innovativi: non vendiamo prodotti, ma offriamo servizi in grado di risolvere i problemi avvertiti dalla clientela».
Impegni che il banchiere nato a Trieste concretizza con un esempio. «Prendiamo il caso di un’impresa alle prese con una situazione difficile dei conti, che tuttavia ha fondamentali solidi. Se le si fornisce finanza, può salvarsi, ovviamente passando per la procedura concorsuale; in caso contrario, fallisce. Ci dedicheremo a situazioni come questa, selezionando con attenzione le modalità di intervento». Resta da capire come sarà possibile in una stagione in cui le decisioni sugli affidamenti sono decise soprattutto in base ai rating, che rispondono a criteri oggettivi. «Li guarderemo, ma parleremo anche con gli imprenditori per capire quali progetti ci sono al di là dei numeri di bilancio», assicura Bossi. Che racconta come, oltre alle attività sul credito deteriorato, Cherry Bank punterà ad accompagnare le imprese nelle strategie di transizione green, digitale e finanziaria e proseguirà sul business dei crediti fiscali (Superbonus, Ecobonus), ambito nel quale ha già lavorato a 12 mila contratti per un valore di 1,7 miliardi.
«Cresceremo con le risorse già in cassa, senza aumenti di capitale: abbiamo un totale degli attivi che supera leggermente il miliardo di euro e un Cet1 (indicatore della solidità patrimoniale, ndr) al 15%». Il nuovo nome della società richiama il concetto di cherry picking, ossia alla capacità di selezionare le opportunità che creano valore per i clienti e per la banca». A livello operativo, ultimato il trasferimento di tutte risorse che operano su Padova presso gli uffici nel Net Center, ambiente che favorisce l’integrazione, restano operative le sedi di Milano e Roma e tutte le filiali: Padova, Mestre-Venezia, Treviso, Vicenza e Verona. «Gli investimenti più importanti che faremo avranno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio umano del nostro istituto, che conta 165 persone», aggiunge.
Di queste, il 49% sono donne, il 39% se si considerano i ruoli manageriali. Attualmente il 21% ha meno di 30 anni e il 62% meno di 40 anni. «Punteremo su piani di welfare, qualità degli ambienti lavorativi e soprattutto formazione continua».
Quanto al futuro, è in via di progettazione il nuovo headquarter, un edificio privo di barriere architettoniche e totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, che possa fungere anche come un green hub a disposizione delle aziende. «Sarà ubicato in prossimità del centro di Padova; ci riserviamo di comunicare prossimamente l’indirizzo», conclude. —
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