Bpvi, sequestri milionari a moglie e figli di Zonin

VICENZA. Oltre una ventina di sequestri autorizzati a carico degli ex vertici di Banca Popolare di Vicenza, per una somma complessiva che supera i 200 milioni di euro. Ed è solo l’inizio.
I provvedimenti sono stati firmati dal giudice berico Roberto Venditti accogliendo parte delle istanze (altre restano da esaminare) presentate dai risparmiatori nel corso delle sedute dell’udienza preliminare.
Il via libera alle richieste notificato ieri agli interessati, comporterà che già nelle prossime ore i legali delle parti civili potranno presentarsi con l’ufficiale giudiziario alla porta dell’ex presidente Gianni Zonin e dei manager Bpvi per procedere all’acquisizione dei beni individuati nei decreti.
Dopo il sequestro preventivo da 106 milioni di euro chiesto e ottenuto dalla Procura di Vicenza a carico dell’istituto in liquidazione e con i nuovi provvedimenti conservativi nei confronti degli imputati, si apre per le vittime del tracollo bancario la possibilità concreta di ottenere un ristoro per via giudiziaria.
Anche perché il giudice non si è limitato a consentire il recupero dei beni nella disponibilità degli ex amministratori , ma ha esteso l’azione a quelli trasferiti a terzi, mogli e figli in particolare.

Sequestro per mogli e figli. Tra le istanze accolte dal tribunale di Vicenza c’è quella dell’avvocato Sergio Calvetti che rappresenta oltre 2 mila persone.
E c’è quella dell’avvocato Renato Bertelle, per una quota di 15,468 milioni di euro su una richiesta complessiva di 30. Il sequestro è stato autorizzato, com’era successo per quello destinato a coprire le spese di giustizia, nei confronti degli imputati che hanno ceduto il loro patrimonio a ridosso della caduta di Bpvi: Zonin, il direttore della Divisione Finanza Andrea Piazzetta, il consigliere del Cda ed ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto e il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili Massimiliano Pellegrini.
La parte più cospicua individuata dal giudice Venditti nel provvedimento a favore dei risparmiatori tutelati da Bertelle riguarda le proprietà di Zonin «il quale tra la fine del 2015 e il 2016 sottoponeva il suo patrimonio immobiliare e mobiliare a un’intensa attività di trasferimento in favore dei membri della famiglia», si legge nell’atto. Il sequestro riguarda: un immobile a Montebello Vicentino in via XXIV Maggio; il 2% della società “Tenuta Rocca di Montemassi” ceduta alla moglie Silvana Zuffellato con contratto di partecipazione il 22 dicembre di due anni fa; il 26.9% della società “Gianni Zonin Vineyards sas (oggi Dfm Vineyards) ceduta ai tre figli il 7 marzo 2016 così come la quota del 38,55% della “Zonin Giovanni sas”, sempre andata ai figli.
Infine il 31% della società San Marco regalata anch’essa alla moglie nel dicembre 2015. A Zigliotto l’ufficiale giudiziario potrà sigillare una villa in via Bugano a Longare e alcuni terreni; e inoltre un edificio a Ravenna trasferito all’ex moglie. Ad Andrea Piazzetta immobili a Pederobba e le quote della società Kernel Consulting cedute interamente alla moglie nel giugno 2016.
Le motivazioni. La decisione del giudice si fonda sul riconoscimento dell’esistenza del fumus con riferimento al reato di ostacolo alla Vigilanza e del periculum in mora relativo al rischio del venir meno delle garanzie a tutela delle vittime. Il giudice sottolinea l’inadeguatezza dei patrimoni personali degli imputati (ammontanti al 15 febbraio ad alcune centinaia di milioni di euro) a far fronte all’entità dei sequestri richiesti.
Di qui l’esigenza di agire sui beni ceduti a titolo gratuito a terzi, su quei trasferimenti che alimentano il sospetto di spogliazioni. Per procedere verso mogli e figli sarebbe necessario intraprendere un’azione revocatoria (come ha fatto Bpvi in liquidazione), tuttavia - rileva il giudice - il sequestro conservativo opera a tutela di particolari posizioni «mirando a sottoporre a vincoli i beni fuoriusciti dal patrimonio dell’imputato» e sui quali le parti civili prospettino di rivalersi.
Le reazioni. Grande la soddisfazione dei risparmiatori. «Abbiamo vinto una battaglia nella guerra», ha detto ieri l’avvocato Bertelle che assiste un nutrito gruppo di risparmiatori e che si sta preparando alla prossima iniziativa, «Vogliamo i soldi anche da Intesa: se non provvederà, allora, i risparmiatori porteranno via i conti dall’istituto. Sarà un’azione congiunta delle diverse associazioni».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova