Bruciata l'immagine di Zaia nel panevin, ecco chi è stato

Ferroviere di Vittorio Veneto sentito in caserma: «Solo una goliardata». Segnalazione alla Procura. Il governatore: «Non farò denuncia»
VITTORIO VENETO. «Non avrete altro Doge all'infuori del Pantegan del Mesch». Così si definisce, su Facebook, Mauro Colombera, di Vittorio Veneto, che l’altra sera ha imbastito un piccolo falò casalingo in cui ha bruciato una caricatura di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, postando anche il relativo filmato.
 
I carabinieri della stazione di Vittorio Veneto ieri mattina hanno identificato l’uomo, in via Giusti, trovando anche i resti inequivocabili del falò familiare, che è stato di conseguenza segnalato alla Procura della Repubblica. Colombera ha 48 anni e fa il ferroviere.
 
Ha riferito che alle 14 di ieri è stato in caserma per fornire ulteriori chiarimenti. «Ho spiegato che il panevin è una tradizione a cui in famiglia teniamo e che la mia non è stata una minaccia né una presa per i fondelli del dottor Zaia. Intanto era una grigliata in casa, un po’modificata, per la tradizione del panevin. Che problema c’è se ho usato una caricatura del dottor Zaia, anziché quella della befana?» si è chiesto lo stesso Colombera attraverso un post.
 
 
«Ho anche confermato che qui, in casa mia, ho rispettato tutte le regole. La mia voleva essere una critica all’operato del presidente rispetto alle 42 ordinanze emesse in 10 mesi per il Covid. È chiaro che condanno, come ho sempre detto, le minacce di morte al presidente della Regione. E a lui, nelle mie dichiarazioni ai carabinieri, ho chiesto scusa». 
 
In un precedente post Colombera spiegava il suo gesto con alle spalle la bandiera rossa e avvolto in quella di San Marco. E quasi a giustificarsi del fatto che i fuochi epifanici erano stati vietati, aggiunge: «Le misure di prevenzione del Covid qui vengono rispettate. Le distanze pure».
 
Sul caso è intervenuto anche il presidente Luca Zaia: «Sono venuto a conoscenza di questo fatto per puro caso, tramite degli amici che mi hanno inoltrato il video. Non ho fatto denuncia e non ho intenzione di farlo. È un fatto personale, ognuno la pensi come vuole e dar il significato che merita a questo gesto. Personalmente la voglio interpretare come una goliardata visto e considerata la serata, visto e considerato quello che stiamo vivendo come veneti in questo momento. La cosa più spiacevole è l'immagine dei Bibanesi tra le fiamme. Un grande prodotto - conclude, riferendosi alla confezione di un prodotto finita anch'essa nel rogo - entrato nel gotha delle tipicità venete nonché marchio di una azienda di cui andiamo orgogliosi». —
 

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