Brugnaro e l’asse con Brunetta Berlusconi: mai con Coraggio Italia

Il Cavaliere non vuole che il movimento del sindaco di Venezia entri nella federazione di centrodestra
Albino Salmaso
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 14.11.2019.- Silvio Berlusconi in acqua alta in piazza San Marco con Luigi Brugnaro e Renato Brunetta.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 14.11.2019.- Silvio Berlusconi in acqua alta in piazza San Marco con Luigi Brugnaro e Renato Brunetta.

VENEZIA

Non doveva finire così con Luigi Brugnaro, il sindaco “arruolato” da Brunetta e poi scelto dal Cavaliere per lanciare l’Altra Italia mai decollata per la crisi da Covid. Il progetto di gettare solide basi per il “Grande Centro” prima delle scissioni di Renzi e Calenda dal Pd, oggi naufragate con sondaggi da prefisso telefonico, non è mai decollato. Ora siamo ai ferri corti e Silvio Berlusconi non l’ha mandata giù: quello “scippo” di 11 deputati alla Camera è uno sgarbo istituzionale che ha interrotto tutti i progetti di collaborazione con il patron di Umana e della Reyer.



Se ne sono andati in 38 da FI da inizio legislatura ma la scissione di Coraggio Italia è una ferita che sanguina ancora: Giovanni Toti, Marco Marin e Luigi Brugnaro non entreranno mai nella federazione di centrodestra, terza tappa della Casa della libertà del 1994 e del Pdl con l’annessione di Fini sul predellino nel 2007. Berlusconi non cambia strategia: cerca l’alleanza con Salvini per mettere un argine all’ascesa di Giorgia Meloni ma chiude le porte a Coraggio Italia. Sono dei “traditori” come Angelino Alfano che gli voltò le spalle con il Nuovo centrodestra.



Ad Antonio Tajani e Niccolò Ghedini ha raccontato sconsolato l’ultima visita a Venezia, il 14 novembre 2019, con la città invasa dall’Acqua Granda. Scortato da Renato Brunetta e Michele Zuin, il Cavaliere s’era lasciato andare a giudizi lusinghieri: «Il vostro sindaco guarda lontano, lo invito a proseguire in questi sguardi sulla situazione del nostro Paese, che ha bisogno di forze, di gente che abbia studiato, lavorato, che abbia esperienza». Ma può essere un’investitura come suo successore? «Me lo auguro, è il sindaco di una bellissima città, un uomo di sport».

Prima di entrare a Palazzo Ducale, battuta stile Sordi di Brugnaro: «Delfino mi? Con tutta sta acqua....» Due anni dopo se il transatlantico Forza Italia rischia di finire alla deriva per la fuga dell’equipaggio, il Bucintoro del sindaco di Venezia naviga sui mari dei sondaggi alla ricerca di un approdo sicuro. Che ancora non c’è: la road map prevede il tour in estate, appena finirà l’emergenza Covid. Ora si naviga sui lidi istituzionali, con la scelta dei sindaci delle grandi città che fatica a decollare per le divisioni FdI-Lega.



In quel Bucintoro-Arca di Noè sono saliti oltre venti azzurri e 4 grillini con il giornalista Emilio Carelli ultimo acquisto dopo una cena di pesce a casa di Brugnaro: «Non sono né di destra né di sinistra, mi piacciono le start up, le avventure che iniziano da zero», ha detto il deputato a un “Giorno da pecora”. Dal M5S se ne sono andati in 90 e la campagna acquisti prosegue: bisogna scegliere gli uomini giusti perché il taglio dei parlamentari a quota 600 non ammette errori. L’uscita di scena di Marco Marin, che da coordinatore regionale ha presentato Brugnaro a Berlusconi, era nell’aria dopo la nomina di Valentina Vezzali a sottosegretaria allo Sport. Forza Italia in Veneto ha accusato il colpo e sta alzando le barricate con l’Udc di Antonio De Poli per escludere Coraggio Italia nelle trattative per le amministrative di settembre.



Potrà mai nascere la federazione di centrodestra per arginare la costante ascesa nella popolarità di Fratelli d'Italia? E quali vantaggi ne trarrebbe FI? Il patto con la Lega rischia di lasciare sguarnito il centro moderato proprio a vantaggio di Brugnaro-Toti-Marin. Le resistenze più forti arrivano dai ministri Gelmini, Carfagna e Brunetta, vera star del governo Draghi con la riforma della pubblica amministrazione. Il premier gli ha affidato la delega di supervisione su Venezia, per completare il Mose e rilanciare il turismo dopo 16 mesi di deserto.

In Forza Italia dicono sconsolati che se Brugnaro è diventato sindaco gran parte del merito è da attribuire a Brunetta: il legame bruscamente interrotto il 21 maggio si è rinsaldato attorno al progetto di «Venezia Capitale Mondiale della sostenibilità». Un patto istituzionale. Che dura dal 2015. —



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