Cacciari: la Chiesa lo scomunichi subito
Il sindaco di Venezia: «Frasi inammissibili per un ministro di Dio»

Massimo Cacciari
«Una vergogna. La Chiesa deve cacciare chi dice una cosa del genere. Scomunicarlo, subito. Venivano scomunicati i comunisti o coloro che bestemmiano. Questo è un peccato ben più grave». Il sindaco Massimo Cacciari non ha dubbi. Sul negazionismo dei lefebvriani è la Chiesa cattolica che sbaglia.
«Una tesi del genere sostenuta da un ministro di Dio non è tollerabile: lo scandalo va eliminato alla radice, quel prete va buttato fuori dalla Chiesa. Inutile «perder tempo a spiegare a un lefebvriano che le camere a gas non sono mai esistite. Vanno scomunicati e basta». Ma i preti fedeli a monsignor Lefebvre sono stati da pochi giorni riammessi nella Chiesa, le loro scomuniche annullate. «Va benissimo», dice Cacciari, «ma qui è diverso. Si possono riammettere i sacerdoti ma bisogna cacciare subito quelli che si macchiano di queste dichiarazioni, veri peccati mortali per un religioso».
C’è una responsabilità di Papa Benedetto XVI, più volte attaccato dagli esponenti delle Comunità ebraiche per i suoi pronunciamenti degli ultimi giorni? «Una responsabilità c’è. La Chiesa è sempre stata un’istituzione serissima, dovrebbero verificare bene chi sono coloro che vengono riammessi». Lo stesso Cacciari si era speso a favore di papa Ratzinger per la sua posizione in favore dei bambini di Gaza e della guerra lanciata dallo stato di Israele.
«Infatti», dice il sindaco filosofo, «le cose vanno ben distinte. Come la Chiesa ha avuto il mio appoggio quando si è espressa contro le stragi a Gaza, così adesso non si può non criticare un atteggiamento che non sia di condanna per queste frasi vergognose».
E il segnale, secondo Cacciari, deve essere netto. «Sono sicuro che anche le alte gerarchie ecclesiastiche, a cominciare dal nostro patriarca Scola, condividono questo messaggio», dice. E conclude: «Quel prete che nega l’olocausto e osa affermare che le camere a gas servivano per disifettare i prigionieri va subito cacciato dalla Chiesa e scomunicato. E’ una cosa inaudita, su cui non dovremmo nemmeno perdere il nostro tempo a discutere. Negare quello che è successo è molto più grave di una bestemmia, o dell’essere comunisti, cosa che bastava una volta per essere scomunicati. Devono essere cacciati non per ragioni teologiche ma perché non sono degni di partecipare alla vita ecclesiastica».
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