«Cannabis come cura, noi i primi in Italia»

A Vicenza farmacia pronta a vendere il prodotto made in Italy: «Risparmio del 30 per cento»

VICENZA. «È stato un colpo di fortuna che giunge però al termine di un percorso durato anni. Io ho fatto un master in Fitoterapia e mia madre studia la cannabis da una vita. Per noi quella è solo una pianta medica». Luca Guizzon, 28 anni, ormai da due giorni viene sommerso di telefonate. La farmacia Campedello appena fuori Vicenza che gestisce insieme alla madre Marisa Rappo, sarà la prima a ricevere la marijuana terapeutica “made in Italy”.

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Siamo alle porte della città, in una frazione che conta più o meno tremila abitanti. Lì la cannabis terapeutica la vendono ormai da tre anni ma prima veniva importata dall’Olanda. Ora invece a produrla e a confezionarla è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. «Questo si traduce innanzitutto in un risparmio del 30 per cento per i nostri clienti» spiega Guizzon. «Se quella d’importazione viene venduta a un prezzo che oscilla tra i 22 e i 24 euro al grammo, questa prodotta in Italia costa 15 euro al grammo».

Per la gente della strada la marijuana è quella che si fuma. Sì, insomma. Per una vita hanno detto che era una droga (seppur leggera), adesso invece non solo la vendono come medicina ma la produce anche lo Stato. L’Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze ha prodotto 2.400 barattoli di cannabis terapeutica che da lì saranno distribuiti nelle farmacie di tutto il Paese. È la prima tranche di cannabis “made in Italy”, coltivata a partire da 120 talee arrivate dal centro di ricerca Crea di Rovigo. La curiosità è tanta intorno a questo argomento. «Si assume principalmente in due modi: si beve dopo aver preparato un infuso o si inala grazie a un vaporizzatore». Luca Guizzon crede in questo prodotto applicato alle terapie altalgiche. «Aiuta ad alleviare il dolore e combatte gli stati ansiosi». Il dolore si declina in un ventaglio di casistiche: c’è il dolore da infortuni, c’è quello oncologico, ci sono i dolori spinali e poi ci sono i disturbi nervosi. «Qualcuno la usa anche per alcune forme di emicrania. E non è vero che c’è un limite di età: abbiamo una cliente di 82 anni che ne prende 25 milligrammi al giorno».

Enrico Ferro

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