Casta, la Corte dei Conti chiede i bilanci dei gruppi

VENEZIA. La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sui bilanci dei gruppi del consiglio regionale del Veneto. Ieri, la procura della magistratura contabile, ha chiesto al segretario generale del consiglio Roberto Zanon di trasmettere copia dei bilanci dei 9 gruppi di Palazzo Ferro Fini. Si tratta di un’indagine conoscitiva tesa ad accertare come vengono spesi i fondi «forfettari»: si tratta di 2,1 milioni di euro l’anno che la regione trasferisce ai 9 gruppi sulla base del loro peso elettorale. Questi fondi sono trasferiti poi ai 60 consiglieri regionali fuori busta ed esentasse.
Che la questione sia bollente, lo testimonia la richiesta di consiglio regionale straordinario sui costi della politica. Mercoledì prossimo l’assise di Palazzo Ferro Fini si riunirà per discutere del tema: «misure per la riforma istituzionale e amministrativa della Regione».
«Il dibattito», afferma il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, «consentirà di delineare, anche alla luce delle disposizioni che al riguardo assumerà il Governo, tutte le azioni necessarie a contenere le spese per il funzionamento dell’istituzione regionale, in prosecuzione per altro di un lavoro avviato da mesi che ha portato il Veneto, come ci viene riconosciuto, ad essere una della Regioni più virtuose del Paese.
Ruffato se la prende anche con l’Ufficio studi della Camera, che ha diffuso dei dati relativi al numero dei consiglieri del Veneto: «Ci dispiace smentire l’Ufficio Studi della Camera –aggiunge Ruffato – che colloca il Veneto tra le Regioni che non hanno ridotto il numero dei consiglieri regionali. Il difficile contesto in cui si sta oggi svolgendo il dibattito sui costi della politica, che non sempre rispetta la verità delle cose, ci obbliga però ad una doverosa smentita - precisa -. Il Veneto ha infatti già provveduto con una propria legge, approvata all’unanimità il 22 dicembre del 2011, la riduzione del numero dei consiglieri regionali, portandoli da 60 a 50, secondo le indicazioni del decreto Tremonti». Lo stesso giorno, ricorda Ruffato, il Consiglio ha anche provveduto al taglio dei vitalizi.
È atteso per domani l’approvazione del decreto legge del governo sui costi della politica: «Su rimborsi, indennità, finanziamenti ai gruppi c’è una babele. Abbiamo chiesto al governo di fare chiarezza per tutte le regioni e di prevedere sanzioni per chi non rispetta le regole» ha spiegato ieri il governatore Luca Zaia. «Faccia chiarezza il governo, ma faccia soprattutto differenze tra i virtuosi e gli spendaccioni. Noi nel Veneto non ci stiamo a passare per Casta: siamo gli unici ad aver tagliato il numero dei consiglieri e tra i pochi ad aver tagliato i vitalizi. Soprattutto, noi rispettiamo tutti i parametri di bilancio. E sulle indennità è ora di stabilire una volta per tutte quanto deve prendere un consigliere regionale o un presidente: a me andrà bene qualsiasi cosa deciderà il governo».
La Casta dei consiglieri regionali del Veneto – sessanta persone – è finita nell’occhio del ciclone prima per il «fuoribusta» da 2100 euro al mese deciso lo scorso marzo per finanziare l’attività sul territorio dei politici. Poi per la «scoperta» che ogni mese la Regione paga a 175 ex consiglieri regionali e 36 vedove di consiglieri regionali il cosiddetto «vitalizio». Ancora: il costo degli abbonamenti autostradali e per l’autorimessa di Venezia per le auto dei consiglieri regionali (101 mila euro l’anno). Insomma, un sistema che, per quanto più sobrio di quello laziale, avrebbe bisogno di un’aggiustatina. Il bilancio del consiglio regionale – 49 milioni di euro l’anno - se ne va per quasi la metà per mantenere la Casta di sessanta consiglieri e 211 tra ex consiglieri regionali e vedove.
Daniele Ferrazza
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