Cattolica allontana i due dirigenti

VENEZIA. Sospeso il funzionario Giuseppe Milone, interrotto il rapporto di collaborazione con Albino Zatachetto, avviata una ricognizione interna per verificare le responsabilità del proprio personale. Sono le misure decise ieri dal Consiglio di Amministrazione di Cattolica Assicurazioni a fronte dei provvedimenti della Procura di Venezia.
In una nota la società comunica di aver «assunto una decisa linea di condotta volta ad appurare in modo efficace e trasparente le eventuali responsabilità interne del personale proprio e dei collaboratori». A tal proposito il board ha dato incarico al Comitato Controllo e Rischi di fare «una specifica e approfondita ricognizione interna, avvalendosi anche di consulenti esterni indipendenti».
Per quanto riguarda i due indagati, il Cda ha deliberato la sospensione cautelare con efficacia immediata di Milone, responsabile della Direzione Amministrazione e Bilancio e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari; ha inoltre interrotto il rapporto di collaborazione con Zatachetto, segretario del presidente del Cda. Quindi «il Cda nel condannare fermamente ogni comportamento contrario ai principi di legalità e correttezza, auspica, comunque, che gli indagati possano dimostrare la loro estraneità ai fatti oggetto di contestazione».
Stando alle contestazioni del sostituto procuratore Stefano Ancilotto, titolare delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, Zatachetto e Milone avrebbero cercato di ridurre le conseguenze della verifica fiscale a carico di Cattolica e di ottenere un accertamento favorevole alla società dispensando posti di lavoro o promesse di assunzioni: a Maria Teresa Ciampalini, compagna del responsabile dell’Agenzia delle Entrate Elio Borrelli; a Mauro Ginesi amico del giudice tributario Cesare Rindone; al finanziere Vincenzo Corrado una volta uscito dalle Fiamme Gialle.
Non solo: Milone e Zatachetto avrebbero regalato due orologi rolex d’oro da 20 milioni. Di loro - e degli imprenditori coinvolti - il giudice Alberto Scaramuzza che ha firmato l’ordinanza, scrive che sono pericolosi perché «hanno dimostrato di agire perseguendo sistematicamente il fine illecito di ottenimento con ogni mezzo consistenti abbattimenti di imposta per centinaia di migliaia o milioni di euro rispetto ai quali il pretium sceleris della corruzione risulta un costo certamente minimale e considerato quasi un normale onere aziendale».
Il primo incontro tra i funzionari pubblici e quelli di Cattolica avviene il 21 maggio 2015 al ristorante “A la scuea” di Mestre dove si trovano - secondo la ricostruzione degli inquirenti, Borrelli e David per l’Agenzia delle Entrate con Zatachetto e con il “piemontese” identificato dagli inquirenti nel presidente di Cattolica Paolo Bedoni.
Il pranzo dura più di un’ora, Borrelli e Bedoni si lasciano con un bacio sulle guance. La ragione dell’incontro, ritengono gli investigatori, è di evitare tramite Borrelli e David conseguenze penali dalla verifica fiscale delle Entrate nei confronti della società veronese. In particolare non ci devono essere conseguenze penali per il presidente, precisa Borrelli in una telefonata del 5 giugno intercettata dalla Finanza.
«È necessario un incontro con quelle due persone della Cattolica che hai incontrato l’altra volta con me (...) non ci deve essere un problema penale per il presidente (...) il presidente non può andare in penale(...) il presidente non può andare in Procura». Il concetto è chiaro, l’impegno di David altrettanto: «Digli pure che mi chiamino poi vediamo quello che si può fare». Il 9 giugno Milone telefona a Borrelli che, parlando del presidente, afferma: «Io ho parlato in maniera chiara, ho detto “me raccomando trova tutte le escamotage che il presidente non può andare in tribunale”.
L’11 giugno c’è l’incontro tra David e Milone che poi viene chiamato da Borrelli per un resoconto. «Tutto ben», informa Milone, «volevo solo dirti grazie, abbiamo fatto quello che dovevamo». Il 22 giugno Borrelli telefona a Zatachetto per sapere come sta andando la vicenda con David. «Sta andando bene si? Con quello di Venezia?».
La risposta è rassicurante. Il 3 luglio Borelli chiama David per informarsi sullo stato della verifica fiscale.
«Il decreto legislativo deve essere ancora approvato, quindi abbiamo tempo. La roba è sospesa come volevano loro», rassicura il funzionario. Borrelli chiude la telefonata e chiama Zatachetto dicendogli di riferire a Milone «di stare senza pensiero perché lui (David, ndr) va in ferie due settimane quindi se ne parla a fine mese e per il momento tutto è sospeso».
L’interesse di Borrelli per Cattolica, rilevano gli inquirenti, si spiega col fatto che vuol far assumere la sua compagna, ma la pratica si inceppa. Borrelli, arrabbiato, chiama allora David e gli dice di soprassedere per il momento alla risoluzione del problema della Cattolica. Il 2 ottobre Borrelli invita David a «rallentare perché devono imparare l’educazione in certe cose... è un anno che devono farmi una cortesia». Il 3 novembre 2015 la donna viene convocata a Verona per un colloquio.
RICHIESTA DI RETTIFICA
Illustre Direttore, in data 21 giugno u.s., sul quotidiano da Ella diretto, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Cattolica allontana i due dirigenti” a firma di Sabrina Tomè. L’articolo, nel dar conto di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Venezia relativa alla locale Agenzia delle Entrate, riporta una notizia gravemente diffamatoria nei confronti della dottoressa Maria Teresa Ciampalini, che mi ha conferito, ai presenti fini, espresso mandato. Invero, nel citare alcuni dei soggetti coinvolti dall’inchiesta, e specificamente il dottor Elio Borrelli, l’articolo si riferisce alla mia assistita quale «compagna» di costui. La notizia è falsa e, per l’effetto, massimamente diffamatoria: la dottoressa Ciampalini non è, e non è mai stata, sentimentalmente legata al dottor Borrelli. Le rappresento, altresì, che la medesima non ha mai ricevuto alcun atto giudiziario che la qualifichi come sottoposta ad indagini, e può dirsi pertanto estranea a tali fatti. Vorrà conseguentemente far disporre, nell’interesse della corretta e completa informazione ai Suoi numerosi lettori e del rispetto della dignità delle persone coinvolte, tali fondamentali rettifiche.
Avv. Fabio Viglione
Nell'articolo non c'è scritto da nessuna parte che Maria Teresa Ciampalini è indagata. Che sia la compagna di Borrelli lo scrive il giudice nell'ordinanza di arresto del funzionario delle Agenzie delle Entrate. Più precisamente, nelle contestazioni a Borrelli e ad altre persone di Cattolica Assicurazioni viene scritto che "accettavano la promessa fatta da (...) di assumere con contratto di livello almeno dirigenziale nella società verificata, Maria Teresa Ciampalini, compagna del Borrelli". (s.t.)
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