Chi sono i tre consiglieri regionali che hanno richiesto il bonus Inps e perché stanno inguaiando Zaia
Le richieste di rimborso si abbattono in piena campagna elettorale sulla giunta del governatore più amato d'Italia e sulla composizione delle liste in corso in queste ore. Tre big leghisti finiscono nel ciclone. Ecco i loro profili e le condanne degli avversari politici

VENEZIA. Il bonus Inps travolge la giunta Zaia e la maggioranza in Regione. Tre big leghisti finiscono nel ciclone. Nientemeno che il numero due di Zaia, il vicegovernatore Gianluca Forcolin di Musile di Piave; il consigliere veronese uscente, già deputato, Alessandro Montagnoli; il consigliere trevigiano Riccardo Barbisan, pure capogruppo del Carroccio a Treviso.
Tre domande, tre copioni diversi, dall'errore del commercialista, al bonus versato in beneficenza fino all'ingerenza della moglie. Ma altrettante “bufere” politiche per Zaia e la Lega che temevano di dover fronteggiare il caso di un parlamentare veneto e invece si sono ritrovati con tre boomerang assolutamente inattesi. Come finirà? Fra un paio di giorni il verdetto finale: saranno Zaia e Salvini a decidere se inserire o meno in lista i tre big del Carroccio.
CHI SONO I TRE?
Gianluca Forcolin
Il 28 agosto compirà 52 anni. Gianluca Forcolin, vicepresidente della giunta regionale. È ragioniere-tributarista con studio a San Donà. Iscritto alla Lega Nord dal 1993, è stato nominato vicesindaco e poi eletto sindaco di Musile di Piave nel 2007 . Nel 2008 è stato eletto parlamentare, nel 2015 è stato eletto in Regione con 4.165 preferenze. Fa parte del gruppo Liga Veneta.
Ecco il suo profilo Facebook: https://www.facebook.com/gforcolin/
Riccardo Barbisan
Nato a Treviso il 14 settembre 1984, Riccardo Barbisan, si è laureato in Giurisprudenza a Udine. Iscrittosi alla Lega nel 1998, a soli 14 anni, è stato eletto consigliere comunale a Treviso nel 2008 ed è stato rieletto nel 2013. Il terzo mandato, nel 2018, gli è valso lo scranno di capogruppo della Lega. Nel 2015 è approdato in Regione. Fa parte del gruppo della Liga Veneta.
Ecco il suo profilo Facebook: https://www.facebook.com/RiccardoBarbisanTreviso/
Alessandro Montagnoli
Alessandro Montagnoli ha compiuto 47 anni il 28 marzo scorso, in pieno lockdown. Nato a Isola della Scala, risiede a Oppeano (Verona). Ragioniere, è promotore finanziario. Iscritto alla Lega dal 1992, è entrato in Comune nel 1995 come assessore. Vicesindaco nel 1999, nel 2004 è sindaco. Eletto deputato nel 2008, nel 2015 approda in regione. È iscritto al gruppo della Liga Veneta
Ecco il suo profilo Facebook: https://www.facebook.com/alessandromontagnolivr/
LA BAGARRE POLITICA
Questo il commento di Arturo Lorenzoni, candidato presidente per il centrosinistra: "Anche secondo Zaia è colpa dei commercialisti? I tre leghisti, del cerchio magico di Zaia, pizzicati ad aver richiesto e ricevuto il bonus di 600 euro dello Stato destinato ai lavoratori e alle persone rimaste prive di sostegno durante il lockdown, sono una vergogna. Con il loro comportamento è stato dato uno schiaffo a tutti i Veneti. Sono gli stessi politici che durante la crisi più nera - osserva - hanno abbaiato sguaiatamente contro il governo perché non faceva abbastanza per sostenere le persone in difficoltà. Questo è il risultato: il governo italiano guidato dal centrosinistra ha messo 100 miliardi di euro per imprese, partite Iva, per gli albergatori e per i lavoratori pubblici e privati; la Regione Veneto ha messo la miseria di 42 milioni di euro e ha fatto arrivare in gravissimo ritardo gli assegni di cassa integrazione in deroga".
Aggiunge: "E i signori Gianluca Forcolin, Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, tra i più stretti collaboratori di Zaia e nonostante indennità annuali complessive per quasi 100 mila euro a testa, si sono permessi di sottrarre il bonus di 600 euro a chi davvero ne aveva bisogno. Adesso vogliamo sapere se hanno ricevuto il bonus di aprile oltre a quello di marzo e se tenteranno di prendere i 1.000 euro previsti anche dal decreto di agosto. E non è possibile che anche in questo caso il presidente del Veneto non sappia nulla o faccia finta di nulla, come quando gli hanno arrestato un assessore, come per il Mose, per i Pfas e in qualsiasi occasione la Regione e la giunta venissero chiamate alle proprie responsabilità".
Fa eco Alessandro Bisato, segretario regionale del Pd: "I tre leghisti del cerchio magico di Zaia hanno agito in pieno stile Lega: togliere ai poveri per ottenere vantaggi personali. Ci sono almeno tre lavoratori in Veneto che non hanno ricevuto il bonus di 600 euro di marzo (e vediamo se si riuscirà a chiarire per quello di aprile) perché il sostegno è andato a tre politici che incassano 100 mila euro l'anno a testa. Non mi sorprende, del resto fanno parte di un partito che si inghiottito 49 milioni di euro di fondi pubblici. Spero solo che non ci siano ulteriori sviluppi di questa incresciosa vicenda di cui, come sempre, il presidente della regione fa finta di nulla".
Duro anche Enrico Cappelletti, candidato presidente del M5S alle prossime regionali: "Il secondo scandalo che travolge l'amministrazione Zaia in meno di una settimana. Stiamo ancora aspettando i bonifici delle indennità di trasferta indebitamente percepiti dai consiglieri regionali Veneto, quando ecco che scoppia il caso dei furbetti dei 600 euro. Ma che razza di politici sono coloro che intascano un bonus destinato ai lavoratori a causa Covid? Una solenne presa in giro, poi, la giustificazione secondo la quale gli accrediti nei loro conti correnti siano avvenuti 'a loro insaputa'".
Continua Cappelletti: "La Lega e i consiglieri regionali che hanno incassato i 600 euro del Governo lamentavano da mesi - a reti unificate - che non arrivavano i contributi dello Stato. Mentivano ai cittadini due volte: la prima sull'incasso degli aiuti - aggiunge - e la seconda sul fatto che dal Governo non arrivasse nulla. Approfittare dell'emergenza per ottenere un vantaggio ingiusto non etico, anzi rende questo comportamento ancora più ripugnante. Mi complimento con i vertici Inps che sono stati in grado di rilevare queste assurdità. E' giusto che se qualche politico sbaglia, anche se del Movimento 5 Stelle, sia chiamato a risponderne davanti ai cittadini".
Afferna invece Nicola Frantoianni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana: "Fra i furbastri che hanno approfittato del bonus Covid, finora vi la certezza di due consiglieri regionali leghisti del Piemonte e di due consiglieri regionali leghisti del Veneto, mentre non era stato concesso ad un altro consigliere regionale che ne aveva fatto richiesta. Stendiamo un velo pietoso sulle giustificazioni che ora stanno portando, dall'errore alla beneficenza".
Prosegue l'esponente di Leu: "Rimane il fatto che due giorni fa Salvini esigeva le dimissioni immediate dei responsabili, oggi continua solo a strepitare contro i poveracci. Questi leghisti sono forti e crudeli con i deboli ma delicati con i propri sodali...".
Usa l'ironia Patrizia Bartelle, candidata presidente consiglio regionale per Veneto Ecologia Solidarietà: "Povero assessore Forcolin, hai tutta la mia comprensione. Dopo cinque anni trascorsi a fare il guardiano dell'ortodossia Zaian-Leghista in Regione, rigettando tutte le proposte dal volto umano, che implicavano un minimo di relazione con i cittadini, respingendo in nome del rigore finanziario e del pareggio di bilancio qualsiasi proposta che aiutasse i più bisognosi, scivolato sulla classica buccia di banana. Lo studio di cui fa parte ha chiesto il bonus da 600 euro... a sua insaputa". Rincara: "Sorge il dubbio che in questi anni abbia fatto anche l'assessore al bilancio a sua insaputa".
IL CONSIGLIERE SU FACEBOOK
"Ci sono momenti nella vita in cui puoi fare finta di nulla o scegli di dire semplicemente come stanno le cose. Ho deciso di affrontare questa situazione a testa alta". Lo scrive oggi su Facebook Alessandro Montagnoli, uno dei tre consiglieri regionali veneti della Lega che ha chiesto il bonus autonomi all'Inps.
"Durante l'emergenza Coronavirus in forma anonima ho aiutato delle realt sociali impegnate nella sanità del territorio - si difende l'esponente veronese del Carroccio - Quando è uscito il decreto Cura Italia, che riguardava tutti i lavoratori autonomi, ho deciso con mia moglie di richiedere il bonus con l'intento fin da subito di devolverli per l'emergenza Covid e a chi lavora nella protezione civile. Ho sbagliato: con il senno di poi ho fatto una leggerezza, ma in buona fede. Questi soldi ero sicuro sarebbero stati spesi bene, dal territorio per il nostro territorio".
Montagnoli passa poi al contrattacco: "nessuno mi toglie dalla testa che la vicenda Inps sia stata montata a livello mediatico con un obiettivo: spostare l'attenzione da una gestione fallimentare dell'emergenza a livello governativo. Il mio pensiero va ora anche a tutti quei sindaci e consiglieri comunali sotto attacco per la strumentale fuga di notizia dell'Inps".
L'esponente leghista si dice "certo della sua buona fede, di aver agito con onestà e nel rispetto delle regole: vado avanti a testa alta nel mio impegno verso i cittadini. Come sempre".
SI DIFENDE FORCOLIN
"La politica deciderà sul mio operato in giunta con Zaia. Ho sempre separato i due percorsi, politico e professionale, e nello specifico da professionista non ho preso un soldo", si difende Forcolin.
"Lo studio di fiscalista di cui sono socio di minoranza ha dovuto far fronte ad un crollo del lavoro, ha dovuto mettere in ferie forzate sette dipendenti che poi sono andate in Cig. Proprio in questa fase lo studio, in automatico, ha provveduto a presentare domande di bonus per i clienti ma anche per i propri dipendenti e nel gioco delle pratiche sono finito anch'io".
Afferma di essere stato all'oscuro di tutto: "Non lo sapevo - puntualizza. Ne sono venuto a conoscenza da un sms di un socio che mi chiedeva ulteriore documentazione a quanto già in suo possesso: ho lasciato perdere, come mi sembrava giusto, e non ho preso un soldo".
Ribadisce: "Quello che mi interessa è essere giudicato per il mio lavoro dopo essere finito in un calderone mediatico per nulla". Sulle sue prossime mosse Forcolin non si pronuncia. "E' difficile capire a questo punto cosa si può fare o non si può fare. Con la mia presenza da politico ho fatto del bene allo studio professionale o del male, magari facendo allontanare qualche cliente? Oppure se dal punto di vista fiscale lo studio, e quindi anch'io, nella vicenda Covid può trarre dei vantaggi, come mi devo comportare? E ancora l'ex ministro Toninelli che va in monopattino ha beneficiato di uno dei tanti bonus o no?".
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