«Chiarissima la legge del 1957 Anche Ghedini è ineleggibile»

PADOVA. Il Movimento 5 stelle prende di mira, adesso, anche l’avvocato di Berlusconi. Secondo Vito Crimi, l’ex capogruppo grillino al Senato, l’avvocato padovano Niccolò Ghedini sarebbe ineleggibile...
Di Daniele Ferrazza
Niccolo' Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi, parla con i giornalisti dopo la sentenza di colpevolezza del tribunale di Milano per l'appello del Processo Mediaset di Silvio Berlusconi, Milano, 8 maggio 2013. ANSA/STEFANO PORTA
Niccolo' Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi, parla con i giornalisti dopo la sentenza di colpevolezza del tribunale di Milano per l'appello del Processo Mediaset di Silvio Berlusconi, Milano, 8 maggio 2013. ANSA/STEFANO PORTA

PADOVA. Il Movimento 5 stelle prende di mira, adesso, anche l’avvocato di Berlusconi. Secondo Vito Crimi, l’ex capogruppo grillino al Senato, l’avvocato padovano Niccolò Ghedini sarebbe ineleggibile perché titolare della difesa legale di un titolare di concessione pubblica, per di più condannato con sentenza definitiva.

Crimi cita proprio questa tesi: «La giunta per le elezioni dovrà decidere prioritariamente sulla incandidabilità sopravvenuta di Berlusconi per la condanna. Questo però non deve distogliere l'attenzione dalla procedura di ineleggibilità ai sensi dell’art.10 della legge 361/1957 in quanto titolare tramite sue aziende di concessione pubblica. Va risolta comunque la questione in quanto in caso di dichiarata ineleggibilità, il comma 3 dell’art. 10 della legge 361/1957 prevede che anche i legali dei soggetti ineleggibili di cui al comma 1, sono ineleggibili. Quindi occorrerà comunque valutare la posizione del suo avvocato Ghedini, che ricordiamo è senatore e come Berlusconi si è visto in aula 4 volte in 4 mesi». Insomma, una bordata ad alzo zero nei confronti del legale di Berlusconi, con evidente intento politico di smascherare anche le sue frequenti assenze in aula. «Ghedini si è visto in aula quattro volte in quattro mesi» denuncia il Movimento 5 stelle. E secondo la legge del 1957 non solo il titolare di concessione pubblica non può essere eletto, ma anche coloro che detengono la loro difesa legale. Il passaggio preciso è così formulato: «Non sono eleggibili (....) i consulenti legali e amministrativi che prestino in modo permanente l'opera loro alle persone, società e imprese di cui ai numeri 1 e 2, vincolate allo Stato nei modi di cui sopra». Insomma, una rivelazione giuridica che avrebbe come effetto, se applicata, non solo la decadenza di Berlusconi (che peraltro deve difendersi dal prossimo voto della giunta per le elezioni) ma anche quella dell’avvocato Ghedini.

«Nessuno finora ha posto la questione della ineggibilità di Ghedini – spiega Felice Casson, senatore veneto del Pd che fa parte della giunta per le elezioni –. E mi pare che il problema più importante sia ora quello di Berlusconi. Controllerò il testo della legge 361 per approfondire la questione».

A difendere Ghedini, tuttavia, dopo la bordata del Movimento 5 stelle è curiosamente solo il «pasdaran» dei berlusconi Simone Furlan, rappresentante dell’Esercito di Silvio: «Trovo davvero triste il fatto che Crimi, anzichè dare espressione e concretezza all’enorme mandato elettorale ricevuto, stia perpetrando gli stessi errori del suo capocomico Grillo, concentrandosi sulle banalità per ottenere visibilità. Ghedini è professionista di indiscussa capacità, uomo di diritto e da sempre eletto democraticamente». Nessun altro parlamentare del Pdl è intervenuto sull’argomento.

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