Comunicare via luce: dall’università di Padova la rivoluzione satellitare

Le trasmissioni super-sicure non sono più un sogno della fantascienza: diventano possibili grazie a un esperimento italiano

PADOVA. Le trasmissioni via satellite super-sicure perché trasportate dalla luce non sono più un sogno della fantascienza: diventano possibili grazie all’esperimento italiano che ha eseguito la prima comunicazione quantistica da Terra con i satelliti che sono operativi alla quota di 20 mila km, come quelli per la navigazione.

Pubblicato sulla rivista Quantum Science and Technology, il risultato è nato dalla collaborazione tra il gruppo QuantumFuture dell’Università di Padova, coordinato da Paolo Villoresi e del quale fa parte Giuseppe Vallone, e il Matera Laser Ranging Observatory (Mlro) diretto da Giuseppe Bianco e attivo nel Centro di Geodesia spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Il supporto tecnico è stato fornito dalla società e-Geos (Telespazio-Asi).

Lo stesso gruppo di ricerca, attivo dal 2003, aveva fornito nel 2015 la prova di principio della possibilità della comunicazione quantistica con un satellite a quota 1. 700 chilometri. A tre anni di distanza, il nuovo risultato è una pietra miliare che dimostra la possibilità di comunicazioni quantistiche sicure utilizzando il Sistema satellitare globale di navigazione (Gnss).

Appartengono a questa famiglia di satelliti quelli del sistema europeo Galileo, l’americano Gps (Global Positioning System) il russo Glonass, il cinese BeiDou, il giapponese Qzss e l’indiano l’Inrss/Navic. Nell’esperimento sono stati scambiati alcuni fotoni fra l’osservatorio Mlro e due satelliti della costellazione Glonass, in modo da misurare per la prima volta le perdite a cui va incontro il segnale quantistico.

«Il nostro è un risultato che riguarda ancora la ricerca, al momento siamo fermi alla dimostrazione scientifica», è il commento a riguardo di Villoresi. Non è poco, considerando i tanti gruppi di ricerca che in tutto il mondo stanno esplorando questa strada. I risultati italiani potranno adesso gettare le basi per una grande quantità di applicazioni, diverse a seconda delle caratteristiche dei satelliti: dalla navigazione alla meteorologia, dalle comunicazioni, fino all’esplorazione spaziale e all’astronomia. L’accesso a orbite così alte permetterà infatti di affrontare nuovi esperimenti di fisica nello spazio». —
 

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