Confessione sul tentato rapimento «Perdonatemi, avevo tanti debiti»

ESTE. Massimo Silvestrin rompe il silenzio. L’ex gestore dello Zebbra Pub di Este, dal 27 gennaio rinchiuso in carcere a Rovigo dopo aver tentato di sequestrare un adolescente a Thiene, ha deciso di parlare e confessare tutto all’autorità giudiziaria. Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere per più di due settimane, Silvestrin parlerà con i magistrati del Tribunale del Riesame di Venezia, che prossimamente si esprimeranno sull’istanza di scarcerazione.
Silvestrin aveva ammesso immediatamente di vivere uno stato di ansia per alcuni debiti accumulati negli anni e di aver pensato alla possibilità di mettere in atto un sequestro di persona ai danni di un tredicenne di Thiene, il nipote di Bernardo Bassan, noto imprenditore impegnato nella distribuzione di birra e bevande. Una famiglia benestante e peraltro ben conosciuta dallo stesso Silvestrin, che da tempo si riforniva dai Bassan e ai quali doveva una somma minima, appena superiore ai 10 mila euro. «Riconosco di aver fatto una sciocchezza. Stavo vivendo molto male alcuni problemi finanziari, di indebitamento e non riuscivo a venirne a capo», aveva riferito a noi Silvestrin attraverso il suo legale, l’avvocato Minichiello. Pur confermando la colpa di aver architettato il rapimento dell’adolescente, Silvestrin ha puntualizzato che la mattina dell’arresto lui e i suoi due complici erano a Thiene solamente per mettere alla prova la complice, Stefania Paggin, la donna che avrebbe dovuto compiere materialmente il sequestro. Silvestrin temeva che la donna facesse il doppio gioco, cosa che effettivamente ha poi fatto: l’appostamento davanti alla casa di Bassan serviva per verificare se quella donna aveva il coraggio di rapire il giovane, come aveva annunciato di fare il giorno prima. Silvestrin ha inoltre deciso di scrivere una lettera alla famiglia dell’imprenditore di Thiene, dicendosi pentito e scusandosi per il trambusto causato da quel folle piano. Il dramma sfiorato dai Bassan non ha risparmiato Katiuscia Marostegan, la moglie dell’ex titolare dello Zebbra, che da quel 27 gennaio non ha più visto il marito. «L’ultima volta che l’ho visto io ero a letto, hanno suonato i carabinieri e lui era in manette davanti alla porta di casa» racconta la donna «Non ha saputo spiegarmi cos’era successo e da allora non l’ho più visto. Ho chiesto il permesso di poter visitarlo in carcere, ma non ho ancora ricevuto alcuna autorizzazione. Siamo in Italia e dobbiamo aspettarci anche questo. So che lui ha chiesto più volte all’avvocato come sto, ma non c’è stato altro contatto». Lo stesso legale aveva ribadito come Silvestrin si sentisse fortemente in colpa verso la moglie e verso le due titolari dello Zebbra, il pub che era stato creato da lui e che lo vedeva ancora dietro al bancone e tra gli organizzatori degli eventi musicali. «Siamo tre donne ma ce la stiamo mettendo tutta» assicura la Marostegan, che sta aiutando le due titolari del locale in questa delicata fase «e fortunatamente clienti, amici e conoscenti non ci hanno tradito. Hanno capito che lo Zebbra non è Massimo e che il locale non deve spartire nulla con quanto accaduto» .
Nicola Cesaro
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