Confindustria: Veneto punta su Bombassei

VENEZIA. Ultime ore di fuoco prima della designazione del nuovo presidente di Confindustria: i veneti, ieri sera, in una riunione tenutasi a Roma con Andrea Tomat (assente Antonio Costato che oggi non voterà) hanno confermato l’appoggio ad Alberto Bombassei. Il conto sulla carta dà in vantaggio Giorgio Squinzi, ma ciascuno dei due candidati, però, dice di poter contare su cento voti. Chiunque vinca la spaccatura sarà clamorosa e forse potrebbe avere conseguenze anche sugli assetti futuri. Risale al 2000 l’ultimo duello in Giunta tra due candidati per la prima carica degli industriali: la sfida, allora, era tra Antonio D’Amato e Carlo Callieri. Il primo vinse, nonostante le previsioni, incassando 96 voti mentre al suo rivale ne andarono 58. Da allora al voto di Giunta è sempre arrivato un unico candidato: nel 2004 Luca Cordero di Montezemolo, designato con 125 preferenze su 156, e nel 2008 Emma Marcegaglia, designata con plebiscito quasi bulgaro (125 sì su 132 voti). Rispetto a dodici anni fa la situazione è oggi diversa e a dimostrarlo è stata la stessa«campagna elettorale» dei due candidati giocata molto a livello mediatico, senza esclusione di colpi. A pesare sulla battaglia per la presidenza c’è anche la discussione interna al sistema confindustriale tra chi, come Bombassei, vuole una rifondazione del sistema associativo e chi, come Squinzi, è convinto bastino degli aggiustamenti. Il rischio concreto è che l’associazione si spacchi e che altre imprese possano seguire l’esempio della Fiat, a partire da Finmeccanica.
(a.car.)
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