Congedo mestruale, il "no" della presidente di Unindustria Treviso

Maria Cristina Piovesana cassa la proposta di legge, firmata anche dall'onorevole Rubinato: "Provo sorpresa e sconcerto per questa iniziativa che trovo del tutto inappropriata e inopportuna dal punto di vista delle imprese ma contraria anche all'interesse delle donne"
Maria Cristina Piovesana
Maria Cristina Piovesana

TREVISO. Astensione dal lavoro durante il ciclo mestruale: la proposta di legge fa discutere. Il primo "no", perentorio, definitivo, arriva proprio da una donna: lei è il presidente di Unindustria Maria Cristina Piovesana.

Ecco il suo intervento: "Ho appreso dalla stampa della avvenuta presentazione di una proposta di legge - di cui risulta firmataria anche l'onorevole Simonetta Rubinato - volta a riconoscere il diritto al l'astensione retribuita dal lavoro, fino a tre giorni, per le donne che soffrano di disturbi durante il ciclo mestruale. Come donna, come imprenditrice e come Presidente di Unindustria Treviso non posso non esprimere sorpresa e sconcerto per questa iniziativa che trovo del tutto inappropriata e inopportuna dal punto di vista delle imprese ma contraria anche all'interesse delle donne. L'inopportunità deriva dal fatto che questa disposizione determinerebbe, dal punto di vista organizzativo, problemi ingestibili per tutte le imprese e in particolare per quelle piccole e medie, che sono la prevalenza del nostro tessuto economico, e per quelle a prevalente occupazione femminile. La contrarietà all'interesse delle donne lavoratrici invece, deriva dal fatto che la norma, se venisse approvata, introdurrebbe in realtà un forte elemento di discriminazione nell'accesso al lavoro a danno della popolazione femminile. Oggi esistono già più che sufficienti norme di legge e di contratto collettivo, volte a tutelare lo stato di malattia adeguatamente certificato, in capo sia alle lavoratrici che ai lavoratori. Introdurre nuove disposizioni in questo senso significherebbe ancora una volta aumentare costi e burocrazia, produrre inefficienze e favorire abusi. Mi auguro che questa disposizione non trovi seguito ed accoglienza da parte del Parlamento e ci attiveremo tramite Confindustria affinché non passi questo ulteriore laccio a carico e in danno delle imprese pubbliche e private".

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova