Consulente di Zaia ma fa causa a Zaia

Niente villette ad Asiago, l’avvocato Barel chiede 19 milioni di danni e diffida la Regione. Che l’ha scelto per la lotta alla cementificazione
Di Renzo Mazzaro
CONEGLIANO RESIDENCE MONTICELLA VIA ASIAGO FOTOCRONACA conegliano cantiere via asiago
CONEGLIANO RESIDENCE MONTICELLA VIA ASIAGO FOTOCRONACA conegliano cantiere via asiago

VENEZIA. Rallentare la cementificazione del Veneto con una moratoria edilizia di 5 anni, messa a punto da una commissione di esperti, uno dei quali è un avvocato che per conto delle immobiliari pretende 19 milioni di euro di danni dal sindaco di Asiago, colpevole di aver bloccato una megalottizzazione di 76 appartamenti. Succede anche questo nel Veneto dell’era Zaia. La delibera che avvia il cambio di linea, senz’altro meritorio se riuscirà a concretizzarsi, è dell’agosto scorso, ma solo a fine gennaio la commissione di esperti è stata messa a punto. L’avvocato in questione è il professor Bruno Barel di Treviso, contitolare di uno degli studi d’affari più importanti del Veneto e ben noto al presidente Luca Zaia. Sia perché è suo concittadino, sia perché nei ricorsi che patrocina per le immobiliari non esita ad estendere la diffida alla Regione, che lo ha nominato consulente.

La commissione. La nomina di Barel è nota ufficialmente da novembre. Per gli altri tre esperti invece la procedura di individuazione è stata completata appena dieci giorni fa. «Tra sondaggi per individuare i nomi, procedure di gara, richiesta di curriculum, comparazione, più le ferie di mezzo, la finanziaria regionale e il bilancio», spiega Vincenzo Fabris, il dirigente dell’urbanistica che se n’è occupato, «non siamo riusciti a concludere prima». Gli altri tre esperti sono: Pasqualino Boschetto del dipartimento di ingegneria dell’Università di Padova, Enrico Ramazzina per l’Ance Veneto e Pierluigi Capuzzo del Collegio dei Geometri. L’onorario complessivo per i commissari è contenuto: 38.000 euro. Un affare, se riuscissero a centrare l’obiettivo.

La richiesta danni. Di tutt’altro ordine la cifra chiesta personalmente agli amministratori comunali di Asiago dall’avvocato Bruno Barel per conto di tre grosse immobiliari: 14 milioni di euro, che con la rivalutazione e gli interessi arrivano a 19. Il conteggio è stato fatto stimando l’utile che sarebbe venuto dalla vendita dei 76 appartamenti mai costruiti per il blocco imposto dal Comune nel 2007 e ribadito nel 2008 ai consorzi IV Novembre (che fa capo ad Alpina Immobiliare, gruppo Barbierato), Villa Rossi srl (gruppo immobiliare Alpiturist) e Asiago 3 Emme (immobiliare Lievore). Attenzione: l’utile, non il ricavo. Secondo gli immobiliaristi e il loro avvocato, nel 2010 gli appartamenti avrebbero fatto guadagnare, al netto delle spese, 250.000 euro ciascuno. Naturalmente prima bisognava costruirli e poi soprattutto venderli.

I processi. Come si arriva a questa situazione? Nel 2007 il sindaco di Asiago Andrea Gios adotta il Pat, piano di assetto del territorio, bocciando la lottizzazione “Colonie” che portava 76 nuovi appartamenti, anche se era prevista dal piano regolatore assieme ad altri tre mega-insediamenti, per un totale di 400 nuove unità abitative. Uno sviluppo insostenibile per la viabilità, è convinto Gios. Le immobiliari ricorrono al Tar, che dà torto al Comune. Gios si appella al Consiglio di Stato ma si becca un altro no. Il torto non è nel merito ma nella procedura seguita, spiega la sentenza. Gios aggiusta la procedura (mancavano perizie che attestassero l’impatto negativo sulla viabilità) e approva il Pat senza la lottizzazione “Colonie”. Stavolta il Tar rigetta il ricorso delle immobiliari e dà ragione al Comune. In municipio ad Asiago pensano di averla spuntata: il Consiglio di Stato non potrà che essere d’accordo. Nossignore: i giudici di Roma fanno una capriola con le motivazioni e accolgono il nuovo ricorso, cassando la sentenza del Tar di Venezia. Il Comune di Asiago ha torto definitivamente. Il Pat nel frattempo è stato approvato, le immobiliari non potranno più costruire ma hanno diritto al pagamento dei danni.

Il contro-conteggio. La cifra precisa chiesta dall’avvocato Barel è di 13.829.128 euro, che attualizzata con gli interessi arriva a 17.197.316, pari al mancato guadagno per 68 appartamenti. La differenza con i 19 milioni dipende dal fatto che non tutti i partecipanti alla lottizzazione da 76 appartamenti hanno sottoscritto la richiesta. In ogni caso la cifra fa tremare le gambe. Ma quanto è fondata? Gios, che di mestiere fa il commercialista, va a studiarsi i bilanci delle tre immobiliari e fa la scoperta: «Per le case costruite in Asiago dal 2007 al 2011, il gruppo Lievore ha una media di 18 milioni di euro di vendite e 1,150 di utili, pari al 7,96% ma solo a causa di un utile straordinario dichiarato nel 2008 di 966.000 euro, pari al 39%. Negli altri anni l’utile va dal 3% al 5%, nel 2011 sono andati addirittura a -2,7%. Alpiturist è andato in negativo due anni su cinque: ha dichiarato 18 milioni di vendite e 156.000 euro di utili, pari allo 0,83%. Non parliamo del gruppo Barbierato, che nei cinque anni è sempre andato in rosso: ha venduto case per 10 milioni di euro e dichiarato perdite di esercizio per 631.000 euro, collocandosi a -6,23%. Questi signori hanno venduto in cinque anni 47 milioni di euro di appartamenti, con un utile medio di 976.000 euro, pari al 2,07%. E da me vorrebbero 250.000 euro per appartamento, pari al 59,9% di utile medio del valore di vendita, come scrivono nella loro relazione? Dovrò portare le carte alla Guardia di Finanza perché verifichi. Delle due l’una: o la richiesta è fuori da ogni logica o hanno falsificato i bilanci».

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