Contatti tra i figli e il patron del Consorzio

VENEZIA. I figli. Quelli di Giorgio Orsoni e quello di Giovanni Mazzacurati. Sono entrati anche loro, ieri in aula durante il processo Mose, citati in alcuni passaggi delle deposizioni. Loro, i figli,...

VENEZIA. I figli. Quelli di Giorgio Orsoni e quello di Giovanni Mazzacurati. Sono entrati anche loro, ieri in aula durante il processo Mose, citati in alcuni passaggi delle deposizioni. Loro, i figli, punti di contatto tra gli imputati, l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova e il suo mondo. È il figlio di Mazzacurati, il regista Carlo, deceduto nel gennaio 2014, l’artefice indiretto del rapporto tra il patron del Mose e l’ex europarlamentare azzurra Amalia “Lia” Sartori. Negli anni Novanta, quando lei era presidente del consiglio regionale, Carlo si presentò in Regione per proporre un documentario sulle acque venete. L’incarico gli venne affidato, ma per un servizio diverso, su tre intellettuali (Zanzotto, Meneghello, Rigoni Stern); successivamente il padre passò da Sartori per ringraziare, dando così iniziò a un rapporto di frequentazione durato anni.

Poi c’è il figlio di Orsoni che, ha sostenuto il pm Ancilotto in aula, va a trovare Mazzacurati in Usa. «Non l’ho mandato io, l’ho anche rimproverato», ha replicato l’ex sindaco di Venezia.

Che ha poi risposto a una domanda sulla figlia, sul fatto che la giovane professionista abbia lavorato per un’azienda riconducibile all’avvocato amministrativista Biagini, legale di Cvn: «Lei viveva a Milano e intendeva tornare a Venezia: per questo ha risposto all’avviso di una società che cercava consulenti in materia amministrativa», ha chiarito Orsoni. (s.t.)

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