Contributi in nero al Pd regionale? Filippin: «Registrate tutte le cifre»

VENEZIA. Fondi neri al Pd regionale? Il Pd veneto non vuole finire nel frullatore dell’inchiesta sul Mose, nonostante la richiesta di patteggiamento a 11 mesi avanzata dall’ex consigliere regionale...
ROSANNA FILIPPIN DEL PARTITO DEMOCRATICO IN REDAZIONE AL MATTINO DI PADOVA - DUEMILANOVE ROSANNA FILIPPIN CANDIDATA ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PDSEGRETARIO. Rosanna Filippin
ROSANNA FILIPPIN DEL PARTITO DEMOCRATICO IN REDAZIONE AL MATTINO DI PADOVA - DUEMILANOVE ROSANNA FILIPPIN CANDIDATA ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PDSEGRETARIO. Rosanna Filippin

VENEZIA. Fondi neri al Pd regionale? Il Pd veneto non vuole finire nel frullatore dell’inchiesta sul Mose, nonostante la richiesta di patteggiamento a 11 mesi avanzata dall’ex consigliere regionale del Pd Giampietro Marchese, che in un interrogatorio nei giorni scorsi avrebbe ammesso di aver percepito 150 mila euro non registrati per sostenere le campagne elettorali regionali e veneziana del Pd.

«Conosco per filo e per segno i conti della campagna elettorale delle Regionali 2010: e Giampiero Marchese non si è mai occupato di finanziamenti per il Partito Democrativo del Veneto». Rosanna Filippin è senatore, impegnata nella maratona per le riforme istituzionali. Gli echi che giungono dal Veneto la fanno sbottare: «Mi sento tradita da Piero - spiega Filippin, segretaria regionale tra il novembre 2009 e il febbraio scorso - perché se da un lato ho sempre lavorato bene con lui sul piano organizzativo è altrettanto vero che lui non si è mai occupato di soldi per il Pd regionale. E quando vi furono le prime indiscrezioni lo chiamai e gli chiesi come stavano le cose: e lui mi rassicurò, dicendomi di star tranquilla che tutti i finanziamenti per la sua campagna elettorale erano stati regolarmente registrati».

«Sono addolorata - rileva la senatrice - per quanto sta accadendo ma respingo al mittente accuse o insinuazioni che finanziamenti illeciti siano arrivati al Pd Veneto».

E poi ricostruisce: quando diventai coordinatrice venetaanelle casse del partito c'erano poco più di 150 mila euro avanzati dai rimborsi elettorali della Lista Carraro, ai quali si sono aggiunti 757 mila euro anticipati dal Pd nazionale e che dovevano essere restituiti nei quattro anni successivi attraverso i rimborsi elettorali per le regionali (regolarmente arrivati in seguito). La campagna elettorale di Giuseppe Bortolussi alla fine è costata esattamente 1.112.845 euro, troppi, una vera montagna di soldi, anche se evidentemente Luca Zaia spese molto di più, visto che avevamo come la percezione di essere invisibili rispetto all'esponente del Carroccio ed alla copertura mediatica con cui si presentò».

Per pagare il resto della campagna e garantire il funzionamento del partito regionale, la senatrice rileva che fu chiesto «un prestito alle banche» e come garanzia «io ed Angelo Guzzo (allora tesoriere) sottoscrivemmo una fideiussione per poter ottenere il finanziamento coinvolgendo il nostro patrimonio personale. I soldi sarebbero arrivati dai rimborsi elettorali che il Pd avrebbe percepito negli anni seguenti». E i 150 mila euro di cui parla Marchese? «Quello che posso dire - conclude Filippin - è che le segreterie provinciali, e quindi anche quella di Venezia, sono state pienamente autonome nel ricevere e gestire i contributi per la campagna elettorale delle regionali 2010. Altrettanto facevano i singoli candidati al consiglio regionale. Per quanto riguarda la mia posizione e quella del Pd Veneto sono più che tranquilla per quanto riguarda la mia gestione e sono disponibile a mostrare a chiunque i documenti che attestano la nostra estraneità ai fatti». E infine chiosa: «Piuttosto Zaia mostri i finanziatori della sua campagna elettorale del 2010».(d.f.)

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