Coronavirus, chiuse Lombardia e 14 province Nord, fra cui Venezia, Padova e Treviso: ecco il decreto

Ecco il nuovo del nuovo decreto del governo volto ad arginare i contagi. Riapre Vo', ma l'intera provincia di Padova diventa zona rossa. Bar chiusi alle 18. Centri commerciali aperti solo dal lunedì al venerdì. Le drastiche misure in vigore da domenica 8 marzo al 3 aprile, controlli della polizia. L'ira di Zaia: "No al Veneto zona rossa"
MORSEGO-FOTOPIRAN-V0' EUGANEO-BLOCCHI STRADALI CORONAVIRUS
MORSEGO-FOTOPIRAN-V0' EUGANEO-BLOCCHI STRADALI CORONAVIRUS
ROMA. Emergenza coronavirus, tutta la Lombardia e 14 province del Nord diventano zona rossa. Nell'articolo 1 del nuovo decreto del governo, varato nella notte tra sabato e domenica 8 marzo (Dopo la conferenza stampa, intorno alle 3 e 30 del mattino, il presidente del Consiglio ha firmato il Dpcm, che sarà pubblicato in gazzetta ufficiale) compare il divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e da altre 14 province, e l'estensione delle zone controllate a Piemonte ed Emilia-Romagna.
 
Nel dettaglio, le province diventate "zona rossa" sono le seguenti: L'elenco definitivo è stato letto dal premier Giuseppe Conte: «Lombardia, Modena, Parma, Piacenza,Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. In questi luoghi si applicano misure più rigorose».
 

Ore 22. Il ministro dell'Interno Lamorgese emana la direttiva d'applicazione del decreto Conte. Controlli in aeroporti, stazioni, caselli autostradali; autocertificazione per i cittadini che si spostano; rischio carcere per chi viola la quarantena. Sono le direttive inviate dal Viminale ai prefetti per un'applicazione «unitaria e corretta» del Dpcm approvato nella notte dal governo e per l'attivazione dei controlli nelle «aree a contenimento rafforzato» della Lombardia e di 14 province del nord Italia.

Alla direttiva ha lavorato tutto il giorno il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese,in stretto contatto con il capo della Polizia Franco Gabrielli, le direzioni del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e i prefetti sul territori.

Nello specifico, la direttiva prevede la convocazione immediata, anche da remoto, dei Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, per l'assunzione delle necessarie misure di coordinamento. Previste anche indicazioni specifiche per i controlli sugli spostamenti nelle 'aree di sicurezzà che, dice il Viminale, «potranno avvenire solo se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia». Autocertificazioni che potranno essere soggette a controlli.

C'è invece il «divieto assoluto, che non ammette eccezioni» per le persone sottoposte alla misura della quarantena o che sono risultate positive al virus. La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella prevista in via generale dall'articolo 650 come già indicato nel precedente decreto del 24 febbraio ma, dice ancora il Viminale, «salvo che non si possa configurare un'ipotesi più grave quale quella prevista dall'articolo 452 del Codice penale, delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica. Un reato per il quale si rischia il carcere.

I controlli sul rispetto delle limitazioni agli spostamenti avverranno innanzitutto lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti. Su autostrade a e viabilità principale saranno eseguiti dalla Polizia Stradale mentre Carabinieri e polizie municipali si occuperanno della viabilità ordinaria. Controlli anche alle stazioni, affidati alla Polfer con la collaborazione del personale di Ferrovie, delle autorità sanitarie e della protezione civile: viene prevista una canalizzazione dei passeggeri in entrata e in uscita dalle stazioni »al fine di consentire le verifiche speditive sullo stato di salute dei viaggiatori« con i termoscanner.

Anche negli aeroporti lombardi e delle 14 province, i passeggeri in partenza e in arrivo saranno sottoposti al controllo dell'autocertificazione. Per i voli Schengen ed extra Schengen in partenza, le autocertificazioni saranno richieste unicamente per i residenti nelle aree di sicurezza mentre per quelli in arrivo i passeggeri dovranno motivare lo scopo del viaggio all'atto dell'ingresso.

Un capitolo a parte riguarda poi i controlli che verranno effettuati a Venezia per le navi da crociera: i passeggeri non potranno sbarcare per visitare la città, dice la direttiva, ma potranno transitare unicamente per rientrare nei luoghi di residenza o nei paesi di provenienza. Il Viminale ribadisce infine che spetta al prefetto »il monitoraggio dell'attuazione delle misure previste in capo alle varie amministrazioni«. (ANSA).
 
Ore 21.30. Il capo della protezione civile Borrelli rende nota una ordinanza interpretativa del decreto Conte
 
 
Ore 16.30. È in corso in Veneto una riunione di coordinamento tra i prefetti delle tre province, Venezia, Padova, Treviso, inserite tra le zone di isolamento, per decidere le misure di attuazione delle restrizioni previste dal nuovo dpcm. Vi prendono parte i prefetti Vittorio Zappalorto (Venezia), Renato Fanceschelli (Padova), e Anna Maria Laganà (Treviso).
 
Ecco il decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale:
 
 
«Non possiamo più permetterci in queste aree forme di aggregazione», ha detto Conte

Coronavirus, Zaia: "No al Veneto zona rossa"

Immediata la reazione di Zaia: "No al Veneto zona rossa". La Regione ha inviato a Roma le controdeduzioni dell'Unità di crisi perché vengano stralciate le province di Padova, Venezia e Treviso dalle zone rosse.

I centri commerciali dovranno essere chiusi ma solo nel week end. Chiusi invece i musei, centri culturali e le stazioni sciistiche. In queste stesse aree le scuole saranno chiuse fino al 3 aprile

Viene "fortemente raccomandato" a chi abbia febbre maggiore di 37,5° o sintomatologia da infezione resipiratoria di rimanere in casa e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante: la quarantena. 

Nelle nuove zone rosse tutti i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18.

Coronavirus in Veneto, tutti i dati sull'andamento dell'epidemia dall'inizio a oggi

LIBERTA' DI MOVIMENTO  «Vincolo di evitare ogni spostamento» nell'intera Lombardia e in quattordici province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche. Giuseppe Conte firma un decreto del presidente del Consiglio che limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio Coronavirus. Non è un «divieto assoluto», spiega, «non si ferma tutto», non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.

«Mi assumo la responsabilità politica» delle decisioni che vengono prese in queste ore: «Ce la faremo», dice Conte a notte fonda. E lancia un appello alla «auto responsabilità»: per fermare il contagio non si può più «fare i furbi», dice invitando i ragazzi a stare in casa a leggere e tutelare così la salute dei loro nonni.

LA FIRMA NELLA NOTTE. La firma del decreto del presidente del Consiglio, frutto dell'accorpamento di due dpcm inizialmente previsti, arriva dopo una lunga giornata di contatti con le Regioni e dopo una fuga di notizie («irresponsabile» e «rischiosa per la sicurezza», dice Conte) che porta al diffondersi della bozza non ancora ultimata

SCUOLE E UNIVERSITA' Restano chiuse ovviamente anche le scuole di ogni ordine e grado, dai nidi all'Università. Sospesi tutti i concorsi. Sono sospesi congressi, meeting ed eventi in cui è coinvolto il personale sanitario.

SPETTACOLI, CINEMA E MUSEI. «Sono sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. E’ sospesa l’apertura dei musei»

SPORT. Per quanto riguarda lo sport, viene concessa una deroga allo svolgimento di manifestazioni sportive a porte chiuse, quindi le partite che sono state riprogrammate dei massimi campionati si svolgeranno. 

VO' E' LIBERA.  «Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all'inizio. Non c'è più motivo di tenere le persone di Vò e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie»

BAR CHIUSI ALLE 18. In Lombardia e nelle 14 province interessate dal nuovo dpcm sul Coronavirus bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti: la sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione. Lo annuncia il premier Giuseppe Conte. «Ci rendiamo conto che è molto severa ma non possiamo più consentire contagi»

SANZIONI Chi non rispetti i limiti agli spostamenti e le nuove misure per fronteggiare il Coronavirus disposte in Lombardia e 11 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche può essere punito con l'arresto fino a 3 mesi e fino 206 euro di ammenda. Sono le stesse sanzioni già previste per chi violava le prime disposizioni assunte per le zone rosse.

CONTROLLI. «Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto» ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: «C’è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. C’è una ridotta mobilità». Lo dichiara il premier Giuseppe Conte. «Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto» ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: «C’è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. C’è una ridotta mobilità». 

 

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